L'usura sopravvenuta avviene quando il tasso applicato a un contratto, a seguito di fluttuazioni degli interessi, supera la soglia pattuita originariamente. Vediamo di analizzare nei dettagli l'argomento.
Sono tantissime, ogni giorno, le azioni che le banche compiono ai danni dei clienti che non sono in regola con i pagamenti di finanziamenti bancari, prestiti o mutui; e per quante possano essere le azioni esecutive che le banche ogni giorno intraprendono contro i clienti morosi, altrettante sono quelle che - ovvero le oppposizioni - che i clienti sollevano contro i contratti di mutuo. Ma che cosa riguardano le contestazioni fatte dai clienti? Nella maggior parte dei casi, riguardano le modalità di calcolo degli interessi, ovvero il così detto anatocismo bancario. Legato a ciò, ovviamente, vi è dunque l'entità degli interessi che vengono applicati ai mutui che, a volte, superaro il tasso di usura.
Come cavillo legale per superare quello che potrebbe essere il pignoramento - ad esempio - della casa di un cliente moroso di una banca, ecco nascere l'usura sopravvenuta.
Ma qual è il significato di usura sopravvenuta? Beh, già il nome stesso fa capire di che cosa si tratti. Si tratta, in parole semplici di un'usura che al momento della stipula del contratto con la banca con sussiste che se si verifica in un secondo momento a causa delle variazioni del tasso d'interesse. Bisogna, però, stare attenti a questo cavillo. Recentemente, infatti, la Corte di Cassazione ha pubblicato una sentenza che decreta la fine in modo praticamente definitivo le cause fondate sull'usura sopravvenuta.
L'usura sopravvenuta si ha, dunque, quando - in seguito a fluttuazioni degli interessi - il tasso che è applicato al contratto ed in origine al di sotto del tasso di usura, lo supera in un momento successivo alla stipula del contratto stesso.
Tegm, ovvero Tasso effettivo globale medio; è questo il punto di riferimento oltre il quale, il 14 maggio del 2011, un tasso d'interesse - aumentato di un quarto di punto e maggiorato di un margine di ben altri 4 punti percentuali - viene definito usurario. La differenza complessiva tra il limite ed il tasso medio Tegm, non può essere superiore agli 8 punti percentuali.
Secondo quanto stabilito dalla Cassazione, per stabilire se un interesse bancario sia usurario o meno, non va considerato solamente l'interesse, ma anche tutti i costi accesso del mutuo: spese d'istruttoria per l'attivazione del mutuo stesso, eventuali penali presenti nel contratto, assicurazioni richieste al momento della stipula del contratto di mutuo. In pratica, dice la Cassazione, l'intera spesa sostenuta dal cliente per il mutuo va presa in considerazione per verificare se esiste usura sopravvenuta.
Sempre la Cassazione, inoltre, ha stabilito che per stabilire se un interesse è usurario, bisogna prendere a riferimento o gli interessi moratori o solamente quelli corrispettivi. Questo perché non potendo coesistere i due è corretto che vengano presi in esame singolarmente nel computo del tasso d'interesse. E nonostante sembri - a logica - abbastanza ovvio questo, è dovuta intervenire la Suprema corte per mettere in chiaro definitivamente le cose.
Nel momento in cui si comincia a parlare di interessi bisogna distinguere fra quelli corrispettivi e quelli moratori.
Per entrambi i tipi di interesse valgono alcune regole.
Il correntista che si accorge della presenza di usura sopravvenuta, può contestare il credito della banca e farsi annullare il contratto? Beh, non è così semplice ed immediata la risposta. Su questo punto, infatti, esistono due tesi ben distinte.
Ebbene no. Secondo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione a Sezioni Unite, infatti, ciò che vale come tesi è la seconda delle due prospettate prima. Secondo quanto descritto in precedenza, dunque - e salvo ulteriori cambi di giurisprudenza - oggigiorno non è possibile fare causa ad una banca per usura sopravvenuta ovvero quando gli interessi del contratto di mutuo stipulato, ed inizialmente al di sotto del tasso di usura, successivamente lo supera. Ecco, per far meglio comprendere le intenzioni della Cassazione, un estratto di una delle sentenze che affermano questo principio legislativo.
Né - diversamente da questo sostenuto dal ricorrente - può ritenersi sussistente usura sopravvenuta con riferimento ai tassi di interesse di cui al contratto atteso che come statuito dall l. 24/2001 e precisato dalla recentissima sentenza n. 24675 resa in data 19 ottobre 2017 dalle Sezioni Unite della Cassazione, per la verifica del rispetto della soglia di legge occorre riferirsi, in via generale esclusivamente al tasso-soglia vigente al momento della conclusione del contratto, e non già a quello vigente al momento della corresponsione degli interessi da parte del debitore. Per tutto ciò l'azione di ripetizione dell'indebito va rigettata.
Altre pronunce della Cassazione hanno addirittura stabilito che l'usura sopravvenuta non esiste.
Per quanto concerne il profilo dell'usura sopravvenuta, genericamente evocato dall'attore, per completezza, va rivelato il recente intervento delle Sezioni Unite, a norma del quale non si verifica la nullità o l'inefficacia della clausola contrattuale di determinazione del tasso degli interessi stipulati anteriormente all'entrata in vigore della legge 108 del 1996 o della clausola stipulata successivamente per un tasso non eccedente tale soglia, quale risultante al momento della stipula; né la pretesa del mutuante di riscuotere gli interessi secondo il tasso validamente concordato può essere qualificata, per il solo fatto del sopraggiunto superamento di pale soglia, contraria al dovere di buona fede nell'esecuzione del contratto.
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