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In caso di divorzio a chi va la casa coniugale e le altre case di proprietà

Uno dei temi più ricorrenti e dolenti per gli ex coniugi, è quello di determinare in caso di divorzio a chi va la casa. La casa coniugale è quell'immobile, dove la famiglia vive stabilmente e abitualmente. Quest'ultima può essere di proprietà di un coniuge, in caso di separazione dei beni, o di entrambi, in caso di comunione legale. Dunque, in caso di divorzio a chi va la casa? In questo articolo vedremo cosa dice la legge.

La casa coniugale

L'assegnazione degli immobili può riguardare:

  • la casa familiare o coniugale, ovvero l'immobile dove la famiglia vive abitualmente, quest'ultima può essere assegnata a uno dei coniugi;
  • le altre case di proprietà, le quali rimangono al coniuge che ne possiede la titolarità, se invece sono in comproprietà possono essere suddivise tra i coniugi.

La casa familiare è dunque il luogo di normale e abituale convivenza del nucleo familiare, l’habitat domestico inteso come il fulcro degli affetti, degli interessi e delle abitudini in cui si svolge e sviluppa la vita della famiglia. Si tratta del luogo in cui la famiglia si incontrava quando era unita [1] e in cui si incontra ancora, al momento della separazione [2].

Una casa può essere definita familiare o coniugale, quando è abitata stabilmente per compiere tutte quelle attività che riguardano la vita quotidiana di una famiglia.

In caso di divorzio a chi va la casa

La maggior parte delle controversie tra i ex coniugi riguarda spesso l'assegnazione degli immobili. La domanda più ricorrente che ci pone è questa: in caso di divorzio a chi va la casa?

Divorzio consensuale e divorzio giudiziale

I coniugi stabiliscono, in caso di divorzio a chi va la casa, quando raggiungono un accordo in sede di divorzio consensuale. Le parti procederanno anche alla divisione degli altri beni immobili.

Invece quando si parla di divorzio giudiziale, c'è disaccordo tra le parti e la decisione sull'assegnazione della casa spetterà al giudice. Il Giudice deciderà in caso di divorzio a chi va la casa, tenendo conto dell'interesse dei figli.

Affidamento dei figli

La casa coniugale verrà assegnata al coniuge che convive con figli minorenni o maggiorenni, ma non indipendenti economicamente. Tale assegnazione è prevista anche se la casa non è di proprietà ed è in affitto o in comodato. La casa ritorna al proprietario al compimento della maggior età dei figli, o se questi ultimi raggiungono un'autosufficienza a livello economico.

Bisogna fare un'importante precisazione sull'assegnazione della casa coniugale. Come abbiamo detto prima, in base alla normativa precedente sull'affidamento esclusivo, la casa veniva assegnata al genitore a cui venivano affidati i figli.

Adesso con l'affidamento condiviso, si presta attenzione al mantenimento di un equilibrio del tempo passato dal figlio con entrambi in genitori, in modo che sia suddiviso in egual misura. A tal proposito per capire in caso di divorzio a chi va la casa, bisogna considerare l'interesse dei figli, perciò la casa viene sempre assegnata al coniuge che convive con i figli.

L'assegnazione della casa coniugale equivale a un sacrificio per il coniuge proprietario, e dona un vantaggio all'altro, per cui bisogna considerarla come una forma di mantenimento della famiglia. Dunque il giudice deve anche valutare questo aspetto, per definire l'entità di un eventuale assegno di mantenimento residuale.

Comproprietà della casa

La casa coniugale può essere divisa in parti uguali tra i coniugi, se entrambi ne sono proprietari. In questo caso il giudice procederà alla suddivisione, per determinare in caso di divorzio a chi va la casa. Per tutelare l'assegnazione della casa dalla vendita a terzi, è consigliabile registrare il provvedimento nei pubblici registri immobiliari.

Revoca dell'assegnazione

L’assegnazione della casa coniugale viene revocata se il coniuge assegnatario:

  • si sposa;
  • inizia una convivenza con un'altra persona;
  • cessa di abitarvi e si trasferisce in un'altra casa.

Tuttavia il giudice dovrà sempre valutare, se tale revoca può avere effetti negativi sui figli in affidamento.

Per quanto riguarda le altre case di proprietà il discorso è diverso:

  • se sono di proprietà di un coniuge, rimangono a quest'ultimo;
  • se sono in comproprietà, vengono suddivise tra i coniugi tramite un contratto di condivisione; in caso di mancato accordo tra le parti dovrà decidere il giudice. Qualora i beni immobili non possano essere divisi, si procede alla vendita di essi e alla successiva ripartizione della somma incassata.

Conclusioni

Abbiamo visto quanto sia complicato e spinoso determinare in caso di divorzio a chi va la casa.

Se si ricorre al divorzio consensuale, sarà più facile trovare un accordo, se invece si opta per il divorzio giudiziale, sarà tutto più complesso.

Gli aspetti principali da valutare saranno tanti, dalla proprietà esclusiva di un bene immobile alla comproprietà di quest'ultimo, e alla sua relativa suddivisione.

Inoltre se la disputa riguarda la casa coniugale, nonostante un coniuge ne sia il proprietario, si dovrà agire nell'interesse dei figli minori e non indipendenti economicamente, sempre se ve ne sono.

 Note

 [1] Cass. sent. n. 1198/2006.

 [2] Cass. sent. n. 13065/2002.

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