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Pignoramento conto corrente: come e quando avviene?

Il pignoramento di un conto corrente è una procedura attivata dal creditore nei confronti del debitore, per ottenere un determinato pagamento. Se si tratta di debiti fiscali e di cartelle esattoriali, non è necessaria l’autorizzazione di un Giudice per procedere. Se l'intestatario è un lavoratore dipendente o un pensionato, esso non può essere completamente pignorato.

In periodo difficili dal punto di vista economico, come quello che stiamo vivendo negli ultimi anni, a causa della crisi, è molto frequente non riuscire a fare fronte a tutti i pagamenti entro le scadenze stabilite.

Si tratta di un situazione complicata sia per il debitore che per il creditore che non riesce a reperire la liquidità necessaria per far fronte a sua volta ad altri pagamenti.
Per questo motivo l'attività di recupero crediti è diventata sempre più richiesta, e ci sono diverse modalità per riuscire a recuperare la cifra dovuta.

Il pignoramento rientra tra le opzioni a disposizione del creditore per ottenere il pagamento dovuto, dal debitore. Si tratta di una espropriazione forzata, prevista dall’art. 491 del codice civile, assieme al pignoramento dello stipendio, della pensione e del TFR.

Nella maggior parte di casi viene effettuato se il debitore non possiede beni mobili o immobili da mettere in garanzia per il credito.

Bisogna però fare una distinzione tra debiti fiscali, cioè le famose cartelle esattoriali di Equitalia, che come vedremo è stata abolita e ora l’ente responsabile è L’Agenzia delle Entrate-Riscossione, e altre tipologie di debiti nei confronti di privati o aziende.

In ogni caso non è sempre possibile pignorare il 100% della cifra dovuta, in quanto esistono delle tutele per quanto riguarda i soldi accantonati in banca da lavoratori dipendenti e pensionati

Cos’è il pignoramento del conto corrente?

Il pignoramento è una procedura ordinaria per recuperare un credito. Può essere effettuato nei confronti di un deposito sia bancario che postale. 

Si tratta di un provvedimento adottato da un creditore, nel momento in cui il debitore non dispone di beni immobili da mettere a garanzia, come anche il pignoramento dello stipendio, della pensione o del TFR.
E’ descritto nell’art. 491 del codice civile, come possiamo leggere di seguito:

Salva l'ipotesi prevista nell'articolo 502, l'espropriazione forzata si inizia col pignoramento.

L’eccezione a cui si riferisce l’art.502 c.c. riguarda i beni mobili garantiti da pegno o da un’ ipoteca, quindi già sottratti al debitore e destinati a coprire il credito.

Se nel deposito bancario o postale il saldo è inferiore al debito, il creditore può rivalersi sulla pensione o sullo stipendio, prelevando l’importo necessario per coprire la cifra dovuta.
In base a ogni singola situazione, sarà, il Giudice a stabilire come procedere, e in alcuni casi può essere disposta la chiusura del conto, girando tutta la cifra a chi ha il diritto di ricevere i soldi.

Quindi, un cittadino o un’azienda per chiedere il pignoramento di un conto corrente deve fare una richiesta a un Giudice, che a sua volta attraverso un provvedimento obbliga la banca o la posta a bloccare un conto.

Il discorso, però, cambia se si tratta di debiti fiscali, quindi del mancato pagamento di cartelle esattoriali. In questo caso, infatti, ci può essere il pignoramento anche senza l’intervento giudiziario.

Il procedimento

Abbiamo detto che ci può essere un procedimento per prelevare direttamente una cifra presso la banca del debitore per recuperare un credito, nel momento in cui non siano presenti beni immobili, come una casa, un’auto ecc.

La procedura cambia in base a due diversi tipi di debito:

  • fiscale, derivante dal mancato pagamento di cartelle esattoriali di Equitalia o dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione
  • tra privati, quindi chiesto da cittadini o aziende.

Per i debiti fiscali il pignoramento del conto corrente può essere fatto senza l’autorizzazione del Giudice. La cartella di pagamento, infatti, è già un atto esecutivo a tutti gli effetti, e si può procedere se il pagamento non viene effettuato entro 60 giorni dalla notifica.
Passati i termini previsti, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione invia l’atto di pignoramento alla banca o alla posta, ed entro ulteriori 60 giorni invita l’interessato a effettuare il pagamento dovuto.
Se non viene saldato il debito, l’Ente chiede all’Istituto di prelevare l’importo direttamente dal conto.
A tal proposito, con la Pace Fiscale approvata dal governo Lega M5S, ci sono alcune agevolazioni per saldare i debiti con il Fisco, consigliamo quindi di approfondire con il seguente articolo: La Pace Fiscale è legge: scopriamo le novità.

Un cittadino o un’azienda, invece, devono seguire una procedura diversa per recuperare un credito, attraverso il pignoramento di un conto corrente, in particolare è necessario:

  • attendere la sentenza di un giudice, e notificare l’atto esecutivo
  • notificare l’atto di precetto, cioè l’intimazione al pagamento entro 10 giorni dalla notifica
  • se dopo 10 giorni non viene fatto il pagamento, si può notificare l’atto di pignoramento
  • l’Istituto procede bloccando le somme disponibili 
  • la cifra può essere pignorata dopo nuove disposizione da parte del Giudice

I limiti del pignoramento

Per recuperare dei crediti è possibile fare una richiesta al Giudice per il pignoramento del conto corrente del debitore, se non sono presenti beni immobili da mettere in garanzia.

Esiste, però, un limite imposto dalla legge, per il blocco del conto bancario o postale di lavoratori dipendenti e pensionati. Per tutti gli altri soggetti, invece, non sono stati fissati dei tetti massimi.

Quindi, dobbiamo fare una distinzione tra:

  • generalità dei casi
  • lavoratori dipendenti e pensionati

Nel primo caso il creditore può scegliere quali beni pignorare, tra i quali anche il conto corrente. Ci sarà quindi la notifica di un atto di precetto e poi di un atto di pignoramento che ha inizio con l’invio di una notifica alla banca, con la quale di vieta al correntista di prelevare gli importi. Il debitore viene citato in udienza, durante la quale il Giudice dispone le cifre al creditore.

Succede quindi che:

  • se il conto è vuoto o ha saldo negativo: eventuali bonifici o accrediti ricevuti prima dell’udienza in tribunale verranno pignorati
  • se il conto contiene un saldo pari o inferiore al debito: il proprietario non può prelevare alcuna cifra fino all’udienza di assegnazione
  • se il conto ha un saldo superiore al debito: è possibile prelevare le somme in eccesso, essendo pignorato solo l’importo che si deve pagare

Per il pignoramento del conto corrente di lavoratori dipendenti e pensionati, invece, ci sono dei limiti. Di possono bloccare solamente:

  • le somme presenti all’atto di notifica del pignoramento possono essere bloccate solo per la parte che eccede quanto stabilito dalla legge, cioè il valore ottenuto moltiplicando per 3 l’ammontare dell’assegno sociale, che per il 2019 è di 457,99 euro al mese, perciò il triplo corrisponde a 1.373,97 euro.
  • le somme accreditate successivamente: può essere pignorato solo un quinto, proprio come accade per lo stipendio

In base a ciò che abbiamo detto possiamo concludere che è possibile il pignoramento del conto corrente al 100% solamente se non sono depositati redditi da lavoro dipendente o la pensione.

Come sbloccare il conto corrente?

Se un soggetto ha ricevuto la notifica di pignoramento, può difendersi presentano una richiesta di rateizzazione entro 60 giorni.

Solamente dopo l’accettazione del piano di ammortamento, può chiedere che il proprio conto corrente venga sbloccato.

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