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Partita Iva: quando è obbligatoria?

La Partita Iva è obbligatoria per tutte le attività commerciali e individuali svolte in modo abituale, con continuità, organizzando il lavoro attraverso la disposizione dei mezzi necessari. Non è corretto considerare il reddito come un elemento determinante per decretare l’obbligatorietà.

Chi decide di intraprendere un’attività in modo autonomo non sempre ha le idee chiare in merito agli adempimenti da assolvere, per evitare di finire nel mirino del fisco e pagare delle sanzioni spesso molto elevate.

In genere, è sempre consigliato affidarsi a un professionista, per capire quali sono le norme da applicare al caso specifico, ma ci sono delle linee guida che un soggetto può seguire anche in autonomia. Quello che cercheremo di fare in questo articolo è proprio analizzare in quali circostanze è obbligatorio aprire una Partita Iva, e in quali invece si può operare senza.

In molti pensano che superando il limite di 5000 euro di reddito sia necessario passare da un’attività autonoma occasionale a una professionale, ma non è così. Superando tale soglia scatta solamente la necessità di effettuare la dichiarazione dei redditi. 

Per essere definita professionale un’attività deve essere svolta in modo abituale, predisponendo i mezzi utili per il suo svolgimento, indipendentemente dal reddito annuale. In alcuni casi, infatti, potrebbe accadere che una azienda o un professionista non riesca ad avere guadagni elevati nei primi anni, ma non per questo viene considerato un lavoro occasionale.

Cos’è una partita iva?

Si tratta di un codice numerico univoco, utilizzato per identificare un soggetto che ha l’obbligo di pagare l’Iva. In particolare è formata da 11 numeri, secondo le seguenti modalità:

  • Primi 7 numeri: identificano l’azienda o la persona fisica
  • Dall’8° al 10°: si riferiscono all’individuazione del contribuente per l’Agenzia delle Entrate
  • Ultimo numero: ha una funzione di controllo

In alcuni casi, operare senza rispettare le norme prevista dal regime fiscale può costituire un reato penale, rientrante nell’evasione fiscale. Quindi bisogna porre molta attenzione e analizzare attentamente il proprio caso, per evitare spiacevoli sorprese.
Chi è inesperto e intende intraprendere un’attività di tipo commerciale o professionale, deve chiedere la consulenza di un esperto, il fai da te può essere molto pericoloso se non si conosce a fondo la materia, soprattutto quella fiscale.

Generalmente si afferma che l’obbligo di apertura di una Partita Iva scatti nel momento in cui si superano i 5000 euro di entrate in un anno. Sebbene si tratti di un fatto molto frequente in quanto sotto tale cifra è quasi scontato che si tratti di lavoro occasionale, non è corretto considerarlo un elemento utile per la valutazione.

Ad esempio un soggetto che decide di riparare Pc e crea un laboratorio ad hoc con tutti gli strumenti necessari, facendo anche della pubblicità online e in alcune riviste di settore, sta svolgendo un’attività di tipo professionale, anche se gli incassi nei primi anni sono sotto i 5000 euro.

Diverso è il discorso di uno studente di informatica che decide di fare qualche lavoretto extra come riparatore di Pc, che svolge nella propria stanza, in maniera sporadica.

Non sempre i confini per determinare l'abitualità o l'occasionalità sono netti e ben definiti. Ogni singolo caso deve essere analizzato con occhio critico per capire quali sono gli adempimenti necessari da assolvere. 

Quando è obbligatoria la Partita Iva?

Fino ad ora abbiamo detto che esistono attività lavorative autonome di diverso tipo, e non sempre è obbligatorio aprire una Partita Iva per poterle svolgere. E’ altrettanto vero, però, che operare in modo superficiale senza informarsi correttamente potrebbe causare delle conseguenze molto spiacevoli per l’interessato.

Capire quali sono gli adempimenti burocratici obbligatori per dare vita a una nuova azienda o a una professione, è fondamentale per evitare di violare le norme fiscali e ritrovandosi a pagare sanzioni elevate, o di essere puniti penalmente.

Gli elementi da prendere in considerazione sono i seguenti:

  • abitualità e continuità 
  • professionalità, quindi l’esercizio in forma organizzata

Se si verificano tali requisiti è obbligatorio regolarizzare la situazione, anche se dal lavoro non è stato prodotto alcun ricavo. Da un punto di vista fiscale, infatti, viene valutata la propensione ad esercitare un lavoro in modo professionale con lo scopo di produrre reddito, anche se inizialmente ciò non avviene.

Ma cosa si intende concretamente per “abituale”?

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito il concetto affermano che si tratta di prestazioni che si ripetono del tempo in modo costante, e che hanno bisogno di impegno materiale ed intellettuale per essere svolte. In altre parole, una persona che si impegna costantemente per fare crescere il proprio business, acquistando gli strumenti idonei e cercando di fare decollare la sua attività, sta svolgendo un lavoro abituale.

Un punto fondamentale riguarda la predisposizione dei mezzi idonei, in quanto implica che si cerca di operare in modo professionale e non occasionale. Ad esempio un soggetto che si iscrive a portali web per essere trovato dai clienti o acquista delle pubblicità per rendersi più visibile, non sta lavorando saltuariamente.

La sola predisposizione ad esercitare in modo professionale un’attività, fa scattare l’obbligo di apertura della Partita Iva. Si tratta, infatti, di un’azione simile a quella svolta ad esempio da un avvocato, che all’inizio della propria carriera cerca di fare conoscere le proprie competenze per essere trovato più facilmente dai propri clienti.

Lavoro autonomo occasionale

Il lavoro autonomo occasionale, per essere tale, non deve essere svolto in maniera continuativa, come in effetti suggerisce il termine stesso.

Si tratta, comunque di un lavoro che deve essere prevalentemente intellettuale, in caso contrario viene definito prestazione occasionale e viene regolato dai nuovi voucher, i PrestO.

In ogni caso si può operare a livello occasionale, se le mansioni svolte sono sporadiche, ad esempio se durante il periodo estivo uno studente decide di guadagnare degli extra attraverso ripetizioni di matematica.

La situazione cambia notevolmente se, per tutto l’anno lo studente effettua con regolarità ripetizioni a più soggetti, organizzandosi in uno spazio adibito esclusivamente a questo.

Perciò, non è determinante il guadagno effettivo che ha percepito, quanto la volontà o meno di svolgere un’attività intellettuale in modo sistematico e organizzato.

A tale proposito bisogna fare molta attenzione, in quanto oggi sono pochi i lavori per i quali è possibile applicare la fattispecie della collaborazione occasionale con ritenuta d’acconto.

Attività artigianali e commerciali

Il cosiddetto Hobbista, che crea oggetti per passione personale e decide di venderli in qualche mercatino locale non deve avvalersi di una partita iva. Si deve trattare, comunque, di vendita ed esposizione sporadiche di prodotti con un valore modico, realizzati privatamente.In questo caso è sufficiente una ricevuta non fiscale per regolarizzare la cifra guadagnata.

Se la vendita, invece, è continuativa nel tempo, e il titolare partecipa a molti mercatini, di tratta di una attività artigianale vera e propria, o commerciale se vengono anche venduti prodotti altrui.

Vendita online

Anche in questo caso è opportuno valutare se la vendita è svolta in modo abituale o meno, e se gli oggetti sono privati o acquistati da terzi.

Mettere in vendita in un portale web o nel proprio e-commerce svariati prodotti, visibili per tutto il periodo dell’anno, quindi in modo continuativo, è una attività commerciale, che deve essere per legge regolata da una Partita Iva.

Bisogna tenere in considerazione che l’adempimento fiscale è obbligatorio anche nel caso in cui non ci fosse alcuna transazione economica, quindi nessun guadagno online.

Come succede per un negozio fisico, infatti, è sufficiente la predisposizione e l’organizzazione dei mezzi per l’esposizione dei prodotti.

Le sanzioni previste

Abbiamo visto in quali casi la legge italiana impone di possedere il famoso codice numerico di 11 cifre, per potere operare legalmente.

L’Agenzia delle Entrate effettua molti controlli in merito, e punisce in modo severo chi viola le regole di natura fiscale.

Il mancato adempimento di obblighi previsti, quindi l’assenza di fatturazione delle operazioni viene considerata evasione fiscale, e potranno essere inflitte delle sanzioni in base alla gravità dei fatti, oltre al pagamento di tutta l'Iva non versata allo Stato.

LAVORO OCCASIONALE PARTITA IVA PARTITA IVA OBBLIGATORIA
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