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Istigazione alla corruzione: cos’è e come viene punita?

L’istigazione alla corruzione è un reato di mera condotta, contro la P.A. volto a punire chi mette in atto dei comportamenti delittuosi, anche se non vanno a buon fine perché l’ufficiale non accetta la proposta.

Tra i reati contro la Pubblica Amministrazione l’istigazione alla corruzione rappresenta un istituto particolare, dato che non viene messo in atto un comportamento atto a provocare dei danni, ma si cerca di portare all’errore un altro soggetto, che però non accetta la proposta.

Essendo un atteggiamento molto grave, il legislatore ha deciso di punire la condotta anche se di fatto non è stato realizzato nulla in concreto.

La norma di riferimento prevede 4 diverse fattispecie: due inerenti ad un reato comune, quindi che possono essere poste in essere da chiunque, e le altre due volte a punire i comportamenti o meglio la condotta dei pubblici ufficiali.

Di seguito cercheremo di capire in quali casi si configura tale situazioni e quali sono le punizioni previste.

Cos’è la corruzione?

La corruzione è un reato plurisoggettivo, ovvero si svolge con un concorso di colpa. Si verifica quando qualcuno cerca di corrompere un pubblico funzionario. In sostanza vengono offerti dei soldi o un compenso in cambio dello svolgimento di alcuni atti.

Si tratta di un’attitudine fortemente lesiva tanto che il legislatore ha deciso di punire entrambi i soggetti coinvolti, sia in modo attivo che passivo. Ciò significa che corrotto e corruttore rischiano la stessa pena.

Detto ciò è opportuno sottolineare che i soggetti attivi possono essere diversi, visto che si tratta di un reato proprio ma anche comune.

Ad ogni modo possiamo riconoscere la fattispecie propria del reato, come descritta dall’art. 319 c.p.:

Il pubblico ufficiale, che, per omettere o ritardare o per aver omesso o ritardato un atto del suo ufficio, ovvero per compiere o per aver compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio, riceve, per sé o per un terzo, denaro od altra utilità, o ne accetta la promessa, è punito con la reclusione da sei a dieci anni

Come possiamo leggere, in tal caso, un pubblico ufficiale decide di accettare la promessa di denaro per compiere un atto contrario ai propri doveri o per omettere o ritardare un atto.

Il reato è, invece, improprio se il funzionario pone in essere un comportamento che rientra tra i propri doveri, ma per il quale non dovrebbe ricevere un compenso ulteriore, come afferma l’art. 318 c.p:

Il pubblico ufficiale, che, per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, indebitamente riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità, o ne accetta la promessa(4), è punito con la reclusione da tre a otto anni.

In seguito alla legge anticorruzione del 2018, sono state inasprite le pene in merito al reato improprio, in precedenza uguali a quello proprio.

Non è necessaria la querela di parte per innescare il procedimento penale, dato che è possibile procedere d’ufficio.

Cos’è l’istigazione alla corruzione?

Come abbiamo descritto nel paragrafo precedente, il delitto in oggetto è a concorso necessario. Quindi, gli articoli 318 e 319 del codice penale, prevedono delle punizioni per chi riceve o accetta denaro o altra utilità, ma ci sono conseguenze negative anche per il corruttore.

L’art. 321 c.p. afferma infatti che:

Le pene stabilite nel primo comma dell'articolo 318, nell'art. 319, nell'art. 319 bis, nell'articolo 319 ter e nell'art. 320 in relazione alle suddette ipotesi degli artt. 318 e 319, si applicano anche a chi dà o promette al pubblico ufficiale o all'incaricato di un pubblico servizio il denaro o altra utilità

Non è difficile comprendere, perciò, la volontà del legislatore di punire il corruttore anche quando la sua offerta non viene accettata. L’istigazione alla corruzione, infatti, è considerata un reato, anche se il fatto non viene commesso. Il fatto stesso di avere proposto delle prestazioni viene considerato molto grave, e pericoloso per il corretto funzionamento della Pubblica Amministrazione.

In altre parole non è sempre rilevante che il pubblico ufficiale accetti la promessa, ma il fatto stesso di avere cercato di corrompere il funzionario viene punito per legge.

Lo scopo dell’offerta deve essere lo stesso previsto dagli articoli 318 e 319 c.p., ovvero l’ottenimento di un indebito esercizio di funzioni pubbliche, inducendo l’incaricato o un pubblico ufficiale a omettere o ritardare un atto o a compiere qualcosa che va contro ai suoi doveri.

L’istigazione alla corruzione, ad ogni modo, si verifica soltanto se l’offerta non viene accettata, in caso contrario i fatti vengono analizzati tenendo in considerazione quanto detto nel paragrafo precedente.

Possiamo dire, perciò, che si tratta di un delitto di sola condotta, caratterizzato dalla sollecitazione ad accettare una proposta illecita. E’ evidente che l’elemento psicologico sia il dolo specifico, dato che la proposta ha degli scopi precisi, come abbiamo evidenziato.

L’istigazione alla corruzione prevede le stesse pene introdotte per il reato sia proprio che improprio, ma ridotte di un terzo, visto che il fatto non si realizza veramente.

L’art. 322 c.p. sottolinea:

Chiunque offre o promette denaro od altra utilità non dovuti ad un pubblico ufficiale o ad un incaricato di un pubblico servizio per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, soggiace, qualora l'offerta o la promessa non sia accettata, alla pena stabilita nel primo comma dell'art. 318, ridotta di un terzo

Il pubblico ufficiale

L’istigazione alla corruzione può essere messa in atto da un pubblico ufficiale che sollecita la consegna di denaro o una promessa per raggiungere determinati scopi.

Ma chi ricopre il ruolo di pubblico ufficiale? Tradizionalmente tale status si riteneva essere inerente ai soggetti con un ruolo formale all’interno della pubblica amministrazione, ad esempio gli impiegati statali. La Cassazione, però, ha ribadito più volte che non è necessario un rapporto di subordinazione con un ente pubblico. Rientrano nella categoria, infatti, anche soggetti che svolgono delle funzioni in modo sussidiario o accessorio.

In sostanza bisogna valutare la funzione svolta e non la qualifica formale, come evidenziato dalla legge 86/1990. Ma non solo.
Dopo l’introduzione della legge 181/1992 è stato modificato l’art. 357 c.p., come segue:

Agli effetti della legge penale, sono pubblici ufficiali coloro i quali esercitano una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa.
Agli stessi effetti è pubblica la funzione amministrativa disciplinata da norme di diritto pubblico e da atti autoritativi, e caratterizzata dalla formazione e dalla manifestazione della volontà della pubblica amministrazione o dal suo svolgersi per mezzo di poteri autoritativi o certificativi

Di fatto, quindi, può ricoprire tale qualifica anche un cittadino che può esercitare dei poteri autoritativi, deliberativi o certificativi, disciplinati da norme di diritto pubblico.

I privati

L’istigazione alla corruzione può avvenire anche tra privati, come introdotto dal decreto legislativo 38/2017 e dal nuovo articolo 2635 bis del codice civile:

Chiunque offre o promette denaro o altra utilita' non dovuti agli amministratori, ai direttori generali, ai dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, ai sindaci e ai liquidatori, di societa' o enti privati, nonche' a chi svolge in essi un'attivita' lavorativa con l'esercizio di funzioni direttive, affinché compia od ometta un atto in violazione degli obblighi inerenti al proprio ufficio o degli obblighi di fedelta', soggiace, qualora l'offerta o la promessa non sia accettata, alla pena stabilita nel primo comma dell'articolo 2635, ridotta di un terzo.

Come possiamo notare i principi sono gli stessi che abbiamo analizzato fino ad ora, ma in riferimento al rapporto tra privati.

Differenza tra istigazione alla corruzione e altri istituti

L’istigazione alla corruzione non si deve confondere con altri reati quali:

  • la concussione: in tal caso si deve verificare la costrizione, e non una semplice sollecitazione
  • l’induzione: in questa ipotesi, infatti, è presente l’abuso di potere e un conseguente stato di soggezione psicologica del soggetto privato.

Fonti normative

  • Art. 318 c.p
  • Art. 319 c.p
  • Art. 321 c.p
  • Art. 322 c.p
  • Art. 357 c.p.
  • Art. 2635 bis c.c.
  • Decreto legislativo 38/2017
CORRUZIONE ISTIGAZIONE ALLA CORRUZIONE
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