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Arresti domiciliari regole: cosa si può fare e cosa no?

Per gli arresti domiciliari le regole sono molto restrittive. Il soggetto ha l’obbligo di permanere nel perimetro delle mura domestiche o di altri luoghi stabiliti dal Giudice, e generalmente non può avere rapporti sociali con il mondo esterno.

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Il riferimento normativo è rappresentato dall’art. 284 del Codice di procedura penale, che ci dice:

I. Con il provvedimento che dispone gli arresti domiciliari, il giudice prescrive all'imputato di non allontanarsi dalla propria abitazione o da altro luogo di privata dimora ovvero da un luogo pubblico di cura o di assistenza ovvero, ove istituita, da una casa famiglia protetta. 
I-bis. Il giudice dispone il luogo degli arresti domiciliari in modo da assicurare comunque le prioritarie esigenze di tutela della persona offesa dal reato.
II. Quando è necessario, il giudice impone limiti o divieti alla facoltà dell'imputato di comunicare con persone diverse da quelle che con lui coabitano o che lo assistono


Perché avviene questo? Gli arresti domiciliari vengono assegnati ai presunti colpevoli di un reato, che non sono ancora stati ufficialmente condannati, ma che non possono girare liberamente come se non avessero fatto niente. Ovviamente si tratta di persone fortemente indiziate e le misure cautelari rappresentano dei provvedimenti necessari per evitare ad esempio che l’imputato possa fuggire, o metta in pericolo altre persone.​

Si tratta anche di un’azione che ha lo scopo di tutelare la vittima stessa del reato, che può sentirsi più tranquilla e al sicuro, sapendo che il suo aggressore è confinato tra le mura di casa, e non può quindi intimarla di sospendere l’accusa o ricattarla in qualche modo.

Non dobbiamo, però, confondere gli arresti domiciliari con la detenzione domiciliare, che scatta solamente quando una sentenza diventa definitiva, anche se le regole in materia sono simili.

Ma vediamo di procedere per gradi e di capire in modo approfondito quali sono le regole che deve rispettare un indagato con l’obbligo degli arresti domiciliari.

Arresti domiciliari regole: cosa è vietato?

Se il giudice ha imposto gli arresti domiciliari significa che sono presenti gravi indizi di colpevolezza ed è molto probabile quindi che l’imputato abbia commesso un reato.

Se lasciato libero il presunto colpevole potrebbe inquinare le prove, fuggire o commettere altri crimini.

Generalmente la legge prevede che non si possano attuare 4 tipi di comportamenti, durante gli arresti domiciliari. E’, infatti, vietato:

  1. allontanarsi dalle mure domestiche
  2. ricevere visite
  3. comunicare con l’esterno
  4. utilizzare i social network e internet

Analizziamo assieme, nei dettagli i comportamenti sopra citati, cercando di capire esattamente cosa è severamente vietato fare e per quale motivo. Come accennato lo scopo è sempre quello di impedire ulteriori condotte negative da parte del soggetto indagato.

Il divieto di allontanarsi dalle mura domestiche

Si tratta sicuramente della regola base da rispettare. Se costretto agli arresti domiciliari un soggetto non può violare i confini imposti, che possono essere quelli delle mura domestiche, oppure di un altro edificio decretato da un giudice. 

Il perimetro entro il quale il condannato può muoversi è quello strettamente legato alla casa in senso stretto. Se si tratta, ad esempio, di un appartamento in un condominio, il terrazzo rientra nei confini; come il giardino privato fa parte di una abitazione indipendente. Gli spazi in comune, come cortili o vie di passaggio non rientrano tra i luoghi ammessi: recarsi in questi luoghi quindi può determinare una violazione degli arresti domiciliari, considerata un reato.

Il divieto di ricevere visite

Nessuno può entrare in casa per fare visita a un soggetto agli arresti domiciliari. le uniche persone con le quali può rimanere in contatto sono i familiari ammessi a vivere assieme a lui e l’avvocato. Questo avviene per evitare accordi che potrebbero inquinare le prove, o mandare qualcuno a vendicarsi con le vittime per averlo denunciato, e per evitare il proseguimento di attività illecite. Solo in alcuni particolari casi, che devono essere segnalati nel provvedimento, ci possono essere visite specifiche.

Il divieto di comunicare con l’esterno

Impedire visite a casa non avrebbe senso se fossero possibili comunicazioni tramite altri mezzi. Chi è agli arresti domiciliari deve essere completamente isolato, altrimenti il provvedimento in sè non avrebbe scarsa efficacia. Sono vietati quindi tutti i mezzi di comunicazione a distanza, come telefono, smartphone, sms, internet e anche il citofono di casa.

Il divieto di utilizzare i social network e internet

Ovviamente i social network e internet sono altri mezzi di comunicazione e quindi non permessi, anche se non sono espressamente citati da nessuna legge al momento. Piattaforme come Facebook e Twitter rappresentano innovative modalità per scambiarci messaggi e per esprimersi con estranei, e i giudici stanno includendo queste nuove tecnologie nell’elenco dei divieti da rispettare, anche se nessuna legge lo impone chiaramente. Non solo è vietato usare i social network per comunicare in modo diretto con i conoscenti, ma anche pubblicare post visibili anche a estranei. Lo stesso ragionamento vale per le chat, le email, e le svariate possibilità concesse da internet.

Arresti domiciliari regole: cosa è permesso?

In via eccezionale, se sono presenti alcune condizioni particolare il giudice può concedere dei permessi. Vediamo in quali casi.

  • Per sostenere delle visite mediche, o per alcune terapie
  • Per svolgere attività necessarie al proprio sostentamento, come ad esempio fare la spesa, prelevare dei soldi in banca. Si tratta di un permesso per due o tre ore al giorno e generalmente viene definito come “provvedere alle indispensabili esigenze di vita”
  • Per portare e prendere i figli da scuola, solo se nessun altro può farlo
  • Per svolgere un’attività lavorativa, se il giudice ha valutato una situazione economica che lo richiede. In questo caso devono essere comunicato il luogo e l’orario di lavoro e il soggetto sarà opportunamente controllato
  • Per motivi religiosi

I permessi sono validi esclusivamente per le attività concordate, quindi una volta finite è necessario recarsi immediatamente a casa.  

Differenza tra fermo, arresto e detenzione domiciliare

Spesso nel linguaggio comune vengono confusi o utilizzati come fossero sinonimi termini che in realtà si riferiscono a concetti molto differenti tra loro, come fermo, arresto o detenzione domiciliare.

Per comprendere i diversi provvedimenti è importante comprendere che, una persona accusata di un reato, viene condannata alla reclusione in carcere soltanto dopo un processo e una condanna definitiva. Per arrivare a tal punto, comunque, spesso i tempi sono lunghi, e non è possibile lasciare in libertà potenziali colpevoli che potrebbero commettere ulteriori reati o compromettere le prove contro di loro.

Per questo motivo sono previste alcune misure cautelari personali, cioè volte a privare una persona della libertà anche se non è ancora stata condannata. La decisione viene presa da un giudice su richiesta del P.M per assicura il corretto espletamento della funzione giurisdizionale.

Gli arresti domiciliari rappresentano una delle misure cautelari. Si tratta di un provvedimento temporaneo, la cui durata dipende dalle lungaggini processuali e in ogni caso viene scomputata dalla pena eventualmente inflitta dalla sentenza finale.

La situazione, quindi, è notevolmente diversa dalla detenzione domiciliare, che rappresenta una forma di detenzione alternativa al carcere, a seguito di una sentenza di condanna definitiva.

Il fermo, invece, rappresenta una misura eccezionale di breve durata, adottate su iniziativa della polizia giudiziaria oppure su ordine del P.M in casi di urgenza.

Una volta disposte, devono poi essere convalidate da un giudice, entro 96 ore, per essere convertite in misure cautelari vere e proprie. 

Avviene in presenza di gravi indizi di colpevolezza, di un reato grave, o per il pericolo che la persona possa fuggire.

Conclusioni

Essere costretti a stare a casa è in ogni caso una punizione temporanea, in attesa di scoprire l’esito del processo, a soggetti considerati poco affidabili.

Violare le regole che abbiamo descritto è un fatto molto grave. Significa che non è più sicuro lasciare vivere il soggetto presso il suo domicilio, in quanto risulta pericoloso anche in questo ambiente.

Il giudice, infatti, può revocare il provvedimento, optando per un’altra misura cautelare più severa, la detenzione in carcere.

PROCEDURA PENALE ARRESTI DOMICILIARI
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