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Disconoscimento firma: come si effettua?

Il disconoscimento di un firma serve a un individuo per negare che la sottoscrizione in un documento sia la propria. Ma come si effettua? E quali sono le differenze con la querela di falso? Scopriamolo insieme

Firmare un documento è un gesto molto importante che può avere svariate conseguenze legali. In pratica il soggetto si appropria delle dichiarazioni contenute nel foglio, quindi ammette un determinato fatto, aderisce a un’offerta, o si impegna con qualcuno.

Risulta ovvio che, si può utilizzare il documento contro chi l’ha firmato. Detto ciò è palese quanto sia importante agire per il disconoscimento della firma, se risulta essere falsa.

​Disconoscimento firma: cosa significa?

Il disconoscimento di un firma consente ad un individuo di negare che la sottoscrizione sia propria

Ad esempio può accadere che un soggetto chieda la restituzione di un credito ad un altro. Il debitore si avvale di un documento firmato dal creditore nel quale si afferma di non avere più diritto alla somma di denaro.
Per dimostrare di non avere mai firmato quel foglio, cosa deve fare l’individuo che intende avere i propri soldi?

Per paralizzare gli effetti di un atto bisogna effettuare il disconoscimento della firma.

E’ necessario ricordarsi che anche una scrittura privata può essere una prova da portare in tribunale, come specificato dall’art. 2702 del codice civile:

La scrittura privata [1967, 2701, 2715, 2821, 2835] fa piena prova, fino a querela di falso [221 c.p.c.], della provenienza delle dichiarazioni da chi l'ha sottoscritta, se colui contro il quale la scrittura è prodotta ne riconosce la sottoscrizione, ovvero se questa è legalmente considerata come riconosciuta

In generale qualsiasi documento può avere degli effetti contro chi l’ha fermato se il giudice lo riconosce come valido.

Quando viene legalmente riconosciuta una firma?

Prima di vedere cosa si deve fare per dichiarare che una sottoscrizione non è vera, è necessario capire in quali casi essa viene legalmente riconosciuta.

In genere la scrittura privata autenticata ha un peso maggiore dato che viene accertata da un notaio o da un pubblico ufficiale autorizzato.

L’art. 2703 del codice civile, afferma che;

Si ha per riconosciuta la sottoscrizione autenticata dal notaio o da altro pubblico ufficiale a ciò autorizzato.
L'autenticazione consiste nell'attestazione da parte del pubblico ufficiale che la sottoscrizione è stata apposta in sua presenza. Il pubblico ufficiale deve previamente accertare l'identità della persona che sottoscrive.

In pratica se la firma avviene in presenza di un pubblico ufficiale, in grado di controllare e accertare l’identità del soggetto, questa ha un effettivo valore legale.

Ma essa può essere considerata valida anche quando nella prima udienza o negli scritti difensivi non viene contestata.

Ad ogni modo la parte che intende far valere la scrittura privata in tribunale, contro chi invece intende effettuare il disconoscimento della firma, deve indicare le prove utili a supportare i fatti. In particolare si devono confrontare varie scritture, ad esempio contenute in un documento di riconoscimento del soggetto, o nella procura alle liti conferita all’avvocato civilista.

Il giudice, perciò, nomina un perito calligrafo in qualità di consulente tecnico d’ufficio per proseguire con la comparazione e valutare se la firma è autentica o meno.

Come si effettua il disconoscimento di una firma?

Il disconoscimento della firma permette fin da subito che un determinato documento non abbia un valore legale. Perciò bisogna agire già nelle prime fasi.

Se ciò non avviene si deve contestare il tutto quando è già stato riconosciuto dal giudice, quindi si deve procedere con una querela di falso.

Il tacito riconoscimento di una scrittura privata rende comunque possibile procedere con una contestazione volta a escludere l’autenticità della sottoscrizione. Soltanto che a questo punto si deve agire con la querela di falso.

SI tratta dell’unico strumento che si può utilizzare per opporsi a una firma autenticata, anche in presenza del notaio.

Quindi riassumendo:

  • il disconoscimento di una firma serve per impedire che un documento possa avere un valore probatorio in tribunale
  • la querela di falso agisce contro una scrittura privata già riconosciuta

Disconoscimento firma o querela di falso?

Secondo quanto abbiamo descritto fino ad ora, per dichiarare che una sottoscrizione non è autentica è possibile agire in due diversi momenti. Se il documento è già stato riconosciuto, non si può effettuare un disconoscimento della firma, ma una querela di falso.

Quest’ultima è un’azione giudiziaria che ha lo scopo di negare l’autenticità del documento, anche se è già stato in qualche modo riconosciuto.

SI dovrà avviare un processo per accertare la falsità dell’atto che, in caso contrario, potrebbe essere pregiudizievole per il soggetto.

Ciò può avvenire in due modi diversi:

  • in via principale
  • in via incidentale

La proposizione in via principale avviene quando nessun altro giudizio è in corso e si intende solo far accertare la falsità del documento non ancora utilizzato in nessun altro giudizio.

La proposizione in via incidentale, invece, avviene nel corso di un altro procedimento già in svolgimento durante il quale è stato depositato il documento in contestazione. È proprio ciò che accadrebbe nell’ipotesi che abbiamo portato come esempio: Tizio dovrebbe sollevare la querela di falso all’interno di un procedimento già iniziato e intrapreso per far valere il suo credito.

A questo punto cosa succede? Il giudice deve chiedere alla parte processuale a cui la scrittura privata è favorevole se intende continuare a valersene: se rinuncia alla sua utilizzazione, la causa continuerà e sarà decisa dal giudice senza tenere in considerazione il documento in oggetto. Altrimenti, il giudice dovrà sospendere il proprio giudizio e disporre l’invio di tutti gli atti al tribunale (riunito in composizione collegiale) affinché decida sulla querela.

Il procedimento sospeso riprenderà una volta che il tribunale abbia deciso sulla querela di falso. È chiaro che, nel caso in cui l’atto dovesse essere dichiarato falso, lo stesso non potrà più essere utilizzato quale prova nel giudizio. Come si comprende, quindi, la querela di falso in via incidentale, avvia un altro procedimento (un’altra causa) volto solo ad accertare se l’atto è o meno da considerarsi falso.

Termini per il disconoscimento

L’art. 215 c.p.c. sottolinea che:

La scrittura privata prodotta in giudizio si ha per riconosciuta:​ù1) se la parte, alla quale la scrittura è attribuita o contro la quale è prodotta, è contumace, salva la disposizione dell'articolo 293 terzo comma;
2) se la parte comparsa non la disconosce o non dichiara di non conoscerla nella prima udienza o nella prima risposta successiva alla produzione.Quando, nei casi ammessi dalla legge, la scrittura è prodotta in copia autentica, il giudice istruttore può concedere un termine per deliberare alla parte che ne fa istanza nei modi di cui al numero 2.

Per togliere ogni dubbio interpretativo del suddetto articolo, la Cassazione si è espressa con la sentenza n. 15780 del 15 giugno 2018, specificando entro quale termine deve essere disconosciuto il documento a pena di decadenza. In modo particolare viene considerato tempestivo il disconoscimento se avviene alla prima udienza successiva all’effettuata produzione documentale.

Il problema è stato sollevato durante un giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, nel quale il debitore disconobbe il contratto alla prima udienza successiva al deposito delle memorie istruttorie. 

La Cassazione ha sottolineato che, la risposta è rilevante se data in presenza di entrambe le parti, quindi non può basarsi solamente sul mero deposito di prove, perché effettuato in assenza della controparte. 

Fonti normative

  • Art. 2702 c.c.
  • Art. 2703 c.c.
  • Art. 215 c.p.c
  • Cassazione sent. n. 15780 del 15 giugno 2018
DIRITTO CIVILE DISCONOSCIMENTO FIRMA SCRITTURA PRIVATA
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