Cerchi un avvocato esperto in
Recupero crediti

Decreto ingiuntivo telematico: come funziona?

Il Decreto ingiuntivo telematico è obbligatorio dal 2014, anno in cui è entrato in vigore il Processo Civile Telematico (PCT), per rendere i procedimenti più semplici e rapidi. Vediamo quindi come deve essere redatto e depositato l’atto per l’ingiunzione di pagamento.

Quando un creditore decide di affidarsi a modalità giudiziarie per il recupero crediti significa che ha già provato vari tentativi stragiudiziali senza ottenere risultati. Ciò significa che, i vari tentativi “pacifici” non sono andati a buon fine, ed è costretto a fare ricorso presso il Tribunale competente.

L’obiettivo principale è quello di recuperare le somme di denaro o i beni dovuti nel modo più rapido possibile. L’ingiunzione di pagamento risulta essere l’opzione migliore, dato che impone un termine di 40 giorni al debitore per adempiere all’obbligo, per evitare una esecuzione forzata, cioè il pignoramento dei beni.

Attraverso modalità telematiche di redazione, deposito e consultazione degli atti, le tempistiche sono diventate ancora più rapide, e il procedimento più snello, senza contare un risparmio effettivo di tempo e denaro per le Cancellerie.

Il Processo Civile Telematico (PCT)

Prima di capire esattamente come depositare un decreto ingiuntivo telematico, è utile analizzare in generale le novità introdotte con il Processo Civile Telematico (PCT), obbligatorio in Italia dal 30 giugno 2014

Il legislatore ha deciso di sfruttare le potenzialità delle nuove tecnologie per migliorare l’organizzazione della Giustizia nel nostro Paese. Le nuove procedure, infatti, permettono di velocizzare e rendere più semplice lo svolgimento dei processi e il deposito di vari atti giudiziari.

Possiamo dire che si tratta di una vera e propria per rivoluzione per la Giustizia italiana, che seppur in ritardo si è allineata con gli altri Paesi europei.

L’obbligatorietà riguarda il deposito di atti processuali, e di altri documenti da parte degli avvocati civilisti delle parti in causa, in merito a procedimenti di vario tipo presso il Tribunale competente.

Le principali funzionalità del Processo Civile Telematico possono essere racchiuse nelle 4 macro aree che descriviamo di seguito.

Consultazioni

Consultando le informazioni inerenti a un procedimento civile è possibile conoscere in tempo reale a che punto si trova l’iter e lo stato del contenzioso, potendo visionare il contenuto del fascicolo processuale.
Ovviamente l’accesso è consentito soltanto da alcuni soggetti, come definito dalla legge.

I cosiddetti utenti qualificati, ad esempio avvocati, magistrati e cancellieri possono identificarsi in maniera forte, cioè attraverso un token crittografico, ovvero una chiavetta usb o una smart card. 

I cittadini, invece, possono accedere a un’area pubblica, senza autenticarsi, per consultare in modo anonimo solo alcune informazioni parziali. In particolare non verranno mostrati i dati anagrafici delle parti e dei difensori e altri dati riservati.

Comunicazioni e notifiche

Le comunicazioni e le notifiche inerenti a un procedimento giudiziario, devono essere effettuate esclusivamente attraverso le nuove modalità, come analizzeremo a breve.

Pagamenti

Possono essere effettuati telematicamente anche i pagamenti relativi alle spese di giustizia, quindi il contributo unificato, che può essere effettuato dal legale a nome dell’assistito.

Il sistema rilascia una ricevuta, firmata digitalmente dal prestatore del servizio e contenente un codice univoco relativo al pagamento, e i dati relativi a chi effettua il versamento e del debitore effettivo.

Deposito di atti giudiziari

La funzionalità più importante è senza dubbio l’obbligo di deposito telematico degli atti, secondo le modalità tecniche previste per confezionare la cosiddetta “busta telematica” e inviarla poi come allegato tramite PEC all’ufficio giudiziario competente.

Come funziona il decreto ingiuntivo telematico?

Per capire il cambiamento attuato in seguito all’introduzione del decreto ingiuntivo telematico, obbligatorio, è importante capire in quali casi esso può essere richiesto e quali sono le implicazioni.

Si tratta di un provvedimento con il quale un giudice, in seguito a un’istanza del creditore, obbliga il debitore ad adempiere al proprio obbligo entro 40 giorni dalla notifica dell’atto, con una ingiunzione di pagamento, appunto.

La peculiarità di tale provvedimento sta proprio nel fatto di potere risolvere la questione in tempi molto più brevi rispetto a una causa ordinaria. Infatti, il decreto viene emanato senza la necessità di coinvolgere la controparte, ovvero in gergo tecnico “inaudita altera parte”, ma soltanto verificando le prove presentate dal soggetto richiedente. 

Il debitore ha la possibilità di contestare l’atto entro 40 giorni, in tal caso è necessario aprire una causa civile, per analizzare le prove fornite da entrambe le parti coinvolte.

In caso contrario, è possibile notificare all’inadempiente un atto di precetto, ovvero una specie di ultimatum, con il quale di invita il soggetto a pagare entro 10 giorni, per evitare l’esecuzione forzata, che altrimenti può iniziare senza la necessità di ulteriori avvertimenti.

Risulta evidente, quindi, che lo scopo di una ingiunzione di pagamento sia proprio quello di fornire uno strumento valido per potere recuperare un credito in tempi brevi.

A volte però, le tempistiche per il deposito cartaceo degli atti risultava essere piuttosto lungo, rendendo meno efficace il provvedimento stesso.

Tale problema è stato risolto introducendo il PCT obbligatorio, ovvero imponendo la notifica dei vari atti attraverso le nuove tecnologie.

Dal 30 giugno 2014, perciò, il deposito telematico ha eliminato totalmente la gestione cartacea, riducendo gli oneri, e i tempi della burocrazia amministrativa.

La redazione di un ricorso per decreto ingiuntivo telematico deve essere fatta con un programma di videoscrittura e poi va convertito in pdf, sottoscrivendolo con una firma digitale. Ad esso devono essere allegati i documenti utili e deve essere composto la cosiddetta “busta telematica”, da inviare via PEC.

Redazione e deposito di un decreto ingiuntivo telematico

Come abbiamo accennato prima, il ricorso deve essere scritto normalmente attraverso un programma di videoscrittura e poi convertito in pdf. In seguito bisogna apporre la firma digitale, per autenticare il documento.

Se si tratta di un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo è necessario specificarlo chiaramente. Inoltre, la somma ingiunta deve essere indicata chiaramente e in modo distinguibile, magari in grassetto.

Nella “busta telematica” da inviare all’indirizzo PEC del tribunale, oltre al ricorso, ci devono essere anche anche:

  • la procura alle liti
  • altri allegati semplici, ad esempio la ricevuta del contributo unificato o la nota spese 

Va precisato, però che la busta da inviare telematicamente non può superare 30 mb. Se non è possibile restare entro tale limite si possono inviare più buste, numerandole adeguatamente.

In seguito il provvedimento può essere emesso dal giudice, attraverso un software specifico che il Ministero ha messo a disposizione dei tribunali

Risulta abbastanza evidente come, grazie alle nuove tecnologie l’iter risulti essere molto più rapido e flessibile, sia per l’avvocato che segue il cliente, che può facilmente compilare il ricorso con un programma di videoscrittura, salvare il documento in pdf, apporre la firma digitale e inserirlo nella busta telematica assieme agli altri allegati.

D’altro canto il Tribunale può consultare velocemente la richiesta ed emettere il decreto ingiuntivo telematico, velocizzando notevolmente i tempi.

I vantaggi non sono però, soltanto per la Giustizia italiana, che può effettivamente risparmiare sulle spese amministrative, ma anche per il creditore stesso, che può ottenere ciò che gli spetta di diritto in modo più rapido, avendo ridotto al minimo la burocrazia necessaria per lo svolgimento di tutto il procedimento.

DECRETO INGIUNTIVO INGIUNZIONE DI PAGAMENTO PROCESSO CIVILE TELEMATICO
Condividi l'articolo:
CERCHI UN AVVOCATO ESPERTO IN RECUPERO CREDITI?
Ho preso visione dell’informativa sulla privacy e acconsento al trattamento dei dati.*

Quanto costa il servizio?
Il costo della consulenza legale, qualora decidessi di proseguire, lo concorderai direttamente con l'avvocato con cui ti metteremo in contatto.