L' espropriazione per pubblica utilità avviene quando la pubblica amministrazione acquisisce, attraverso un provvedimento, e per esigenze di interesse pubblico, la proprietà di un bene privato, indipendentemente dalla volontà del proprietario, pagando un indennizzo.
Sentiamo spesso parlare di espropriazione di un terreno da parte dello Stato, più o meno abbiamo capito di cosa si tratta, ma non abbiamo le idee del tutto chiare. In realtà ci poniamo alcune domande legittime, del tipo: Possono appropriarsi della mia casa? Rischio di perdere il mio terreno? Se decidono di costruire una strada dove c’è la mia casa cosa succede?
La prima cosa da dire è che lo Stato ha il diritto di espropriare una proprietà privata se ne trae vantaggio il bene comune. Ovviamente bisogna considerare i singoli casi, ma a livello generale può succedere, in quanto previsto dalla nostra normativa giudiziaria.
La Pubblica Amministrazione, è tenuta comunque a pagare un indennizzo al proprietario, che deve essere equivalente al valore che sta perdendo.
Detto questo la questione è delicata in quanto a volte il valore di un immobile può andare oltre ai conteggi economici, ci potrebbe infatti essere un legame sentimentale. Ma se l’obiettivo è quello di costruire ad esempio un’opera pubblica in grado di migliorare la vita e la viabilità della zona, lo Stato procede e il cittadino non ha molte opzioni a disposizione.
In particolari casi, la legge italiana, riconosce all’amministrazione pubblica il potere di espropriare una proprietà privata.
La Costituzione riconosce il diritto di proprietà come uno dei diritti fondamentali della persona, ma nonostante questo, consente l’espropriazione per motivi di carattere pubblico, e a fronte di un giusto indennizzo.
L’art 42 afferma, infatti, che:
La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti..
La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi di interesse generale.
E’ possibile perciò sacrificare l’interesse privato, per garantire un bene superiore di carattere pubblico. Solitamente si tratta della costruzione di opere pubbliche.
L’espropriazione è possibile solamente se vengono rispettati due principi fondamentali:
I beni privati possono essere acquisiti solo nei casi previsti dalla legge, come dichiarato nell’art 23 della Costituzione:
Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge.
Deve inoltre essere pagato un indennizzo al proprietario, che non deve avere un valore simbolico, ma ha lo scopo di dare al soggetto una cifra equivalente a quanto a perso.
A volte, però, non viene erogato esattamente il valore dell’immobile, e il nostro Paese è stato sanzionato più volte dalla Corte di Strasburgo per avere violato uno dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali stabiliti dalla Convenzione Europea.
Esistono quattro tipologie diverse di espropriazione per pubblica utilità, con caratteristiche e regole diverse:
Prima di procedere all’esproprio è necessario che nella prima fase, preliminare, siano presenti i seguenti presupposti, che come abbiamo già detto, rappresentano dei principi fondamentali per l’acquisizione di un bene privato da parte dello stato:
Ma oltre a questo, sul bene in questione deve essere stato apposto il vincolo preordinato all’esproprio. Cioè ci deve essere un legame stretto tra il piano urbanistico e il terreno che deve essere acquisito. In altre parole sul bene verrà apposto il vincolo se il piano che prevede la realizzazione dell’opera viene approvato.
L’ente pubblico deve comunicare al proprietario l’inizio del procedimento, almeno 20 giorni prima dell’approvazione in consiglio comunale, per dargli modo di presentare le proprie osservazioni.
Dopo 30 giorni dal momento in cui viene dichiarata la pubblica utilità di un bene, deve essere comunicato al proprietario l’ammontare dell’indennizzo che lo Stato intende offrire.
Si tratta di un indennizzo provvisorio calcolato in base al valore venale del bene, cioè conteggiando quanto vale in un mercato di riferimento ideale, facendo una stima che tiene conto di diversi mercati di riferimento, come la compravendita o la locazione.
Il proprietario ha 40 giorni di tempo per prendere una decisione:
Di fronte alla cifra definitiva per l’indennità il proprietario può opporsi in Corte d’Appello.
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