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I doveri del lavoratore: quali sono?

I doveri del lavoratore che nascono in seguito alla stipula di un contratto lavorativo sono principalmente tre: il dovere di diligenza, il dovere di obbedienza e l’obbligo alla fedeltà. Se non vengono rispettati ci possono essere sanzioni disciplinari proporzionate alla gravità della situazione.

Quando si parla delle regole esistenti nel mondo del lavoro si fa quasi sempre riferimento ai diritti dei lavoratori e agli obblighi dell’azienda. In realtà, nel momento in cui viene firmato un contratto entrambe le parti devono rispettare precisi doveri.

Per quanto riguarda un lavoratore subordinato le regole da rispettare possono variare in base al settore e alla tipologie di contratto che è stato definito, ma esistono alcuni aspetti di carattere generale che sono validi per qualsiasi lavoro.

Conoscere le regole è di fondamentale importanza per evitare comportamenti superficiali che potrebbero causare anche la perdita del posto.

I doveri del lavoratore subordinato

Per capire quali siano i doveri da rispettare, la prima cosa da fare è leggere attentamente il contratto di lavoro. A volte però, in tale documento le informazioni sono generiche e non viene riportato tutto quello che bisogna sapere.

Per evitare brutte sorprese, quindi, andrebbe consultato anche il Codice Disciplinare, cioè un insieme di norme complementari con le relative sanzioni previste, che devono essere consultabili da tutti i dipendenti. 

In ogni caso ci sono alcuni comportamenti che sono validi per tutti i lavori, e che è necessario conoscere a prescindere dalle singole situazioni.

Il principale dovere su cui si basa il rapporto lavorativo dipendente è la subordinazione, cioè bisogna ascoltare e seguire le direttive del proprio capo, e non accumulare ritardi.

Bisogna considerare che nel caso in cui un dipendente arrivi in ritardo più di tre volte in un anno solare ci potrebbero essere delle conseguenze anche gravi, se non ha delle buone motivazioni.

Nel codice civile italiano i doveri del dipendente vengono racchiusi in tre categorie che sono:

  • il dovere di diligenza
  • il dovere di obbedienza
  • l’obbligo alla fedeltà

I doveri del lavoratore: la diligenza

Il dipendente deve svolgere il proprio lavoro attenendosi ai canoni tecnici richiesti, ma deve anche compiere le azioni accessorie necessarie per garantire il bene aziendale, ed eventualmente anche quello nazionale.

Tale concetto è descritto nel primo comma dell’articolo 2104 del codice civile, nel seguente modo:

Il prestatore di lavoro deve usare la diligenza richiesta dalla natura della prestazione dovuta, dall'interesse dell'impresa e da quello superiore della produzione nazionale

Non si tratta di una decisione opzionale che il lavoratore più prendere in maniera autonoma, ma di una prestazione dovuta in quanto dipendente.

Quindi bisogna svolgere la propria mansione in maniera scrupolosa, ma si devono eseguire anche altre prestazioni accessorie in base alle esigenze aziendali.

I doveri del lavoratore: l’obbedienza 

Nei contratti di lavoro subordinato devono essere rispettate le decisioni e le disposizioni del datore di lavoro. Ciò significa, in parole semplici, che il lavoratore deve fare quello che gli viene chiesto.

Un dipendente può rifiutarsi di eseguire determinate azioni se sono vietate dalla legge. Il rifiuto è legittimo anche si tratta di violazioni in merito a un singolo lavoratore, come ad esempio la richiesta di rinunciare al giorno di riposo settimanale.

La normativa di riferimento è rappresentata anche in questo caso dall’articolo 2104 del codice civile, ma in merito al secondo comma, che afferma:

Deve inoltre osservare le disposizioni per l'esecuzione e per la disciplina del lavoro impartite dall'imprenditore e dai collaboratori di questo dai quali gerarchicamente dipende

I doveri del lavoratore: la fedeltà

L’obbligo alla fedeltà presuppone due precisi divieti:

  • il divieto di concorrenza
  • il divieto di divulgazione

Il divieto di concorrenza impedisce al lavoratore di fare affari con aziende concorrenti per conto proprio o per conto di terzi. Si tratta di una attività potenzialmente lesiva, nel senso che può essere punita anche se non ha causato danni effettivi.

Tale divieto cessa di esistere nel momento in cui termina il rapporto lavorativo. L’azienda, però, ha la possibilità di tutelarsi ulteriormente stipulando un patto di non concorrenza con il lavoratore, relativo al periodo successivo allo scioglimento del contratto.
Si tratta, in ogni caso, di una modalità che deve rispettare alcuni requisiti di durata, cioè un massimo di 5 anni per i dirigenti e 3 anni per tutti gli altri. Inoltre, deve essere versato un corrispettivo all’ex dipendente in qualità di premio per non accettare lavori in diretta concorrenza.

Il divieto di divulgazione impedisce al lavoratore di diffondere informazioni inerenti all’azienda in modo tale da recare dei danni, e rimane attivo anche dopo la chiusura del contratto.
Non è possibile, quindi, parlare male del proprio posto di lavoro o comunicare notizie coperte da segreto aziendale, in grado di provocare dei pregiudizi o degli svantaggi al datore di lavoro. 

Ovviamente tale divieto non riguarda fatti inerenti ad attività illecite.

È considerato legittimo anche il diritto di cronaca, cioè la possibilità di diffondere notizie inerenti alle condizioni lavorative, ad esempio da parte dei sindacalisti, rispettando la verità oggettiva dei fatti.

Cosa avviene in caso di inadempienza?

Se si verifica l’inosservanza del dovere di diligenza, di obbedienza o dell’obbligo di fedeltà il lavoratore può subire la famosa sanzione disciplinare, che varia in base alla gravità dell’infrazione.

Come accennato precedentemente, in ogni azienda deve essere esposto il Codice Disciplinare per consentire a tutti i dipendenti di conoscere le sanzioni previste. Le regole sono ricavate dai contratti collettivi, ma possono essere integrate con disposizioni di carattere aziendale.

In ogni caso, il datore deve comunicare al dipendente la propria contestazione prima di procedere con il provvedimento disciplinare. Il lavoratore, infatti, può fornire delle giustificazioni in grado di spiegare il comportamento, e può difendersi con l’ausilio di un avvocato o di un sindacato.

La contestazione deve essere inviata con una raccomandata A/R, oppure consegnata direttamente a mano.

Il lavoratore ha 5 giorni di tempo per fornire delle giustificazioni, prima che l’azienda disponga la sanzione relativa alla violazione effettuata.

Le sanzioni vengono applicate in base alla gravità del fatto compiuto e possono essere le seguenti:

Il lavoratore potrebbe essere chiamato anche a risarcire i danni provocati dalla sua violazione. In questo caso l’azienda deve provare che il danno è stato causato dalla condotta colposa del dipendente.

​I doveri dei dipendenti pubblici

I doveri dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni sono regolati per lo più dal cosiddetto "codice di comportamento dei dipendenti pubblici", basato sui principi di diligenza, imparzialità, lealtà e buona condotta. Nello specifico, il dipendente pubblico ha il dovere di:

  • comunicare la propria (eventuale) adesione o appartenenza ad associazioni ed organizzazioni (ad eccezione di partiti politici e sindacati) i cui ambiti di interesse possano interferire con lo svolgimento del proprio lavoro;​
  • comunicare (al momento dell'assunzione) gli eventuali rapporti di lavoro avuti con soggetti privati nei tre anni precedenti e chiarire se tali rapporti sussistano ancora o coinvolgano il coniuge, il convivente o i parenti e gli affini entro il secondo grado;
  • segnalare al proprio superiore eventuali situazioni di illecito nell’amministrazione di cui sia venuto a conoscenza;
  • rendere tracciabili e trasparenti i processi decisionali adottati presentando appropriata documentazione;
    dovere di rispettare i limiti stabiliti dalla direzione nell’utilizzo di materiali, attrezzature e linee telematiche e telefoniche dell’ufficio;
  • fornire informazioni sulla propria situazione patrimoniale;
  • attivare procedimenti disciplinari o, se necessario, di denunciare alle autorità giudiziarie attività illecite.

​Fonti normative:

  • ​articolo 2104 del codice civile;
  • articolo 2105 del codice civile.

DOVERI DEL LAVORATORE LAVORO
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