La Procura europea è stata approvata dall'Europarlamento per contrastare le frodi contro il bilancio Ue. Vediamo cos'è e a cosa serve.
Il 5 ottobre 2017, il parlamento europeo ha dato il via libera alla Procura europea. La risoluzione ha avuto 456 voti favoreli, 60 astenuti e 115 contrari e prevede la creazione dell'Eppo, ovvero dell'European public prosecutor office. Si tratta, in sostanza, di un ufficio giudiziario centrale che il compito di contrastare l'uso irregolare o meglio fraudolento dei fondi che ogni anno sono messi a disposizione dell'Unione europea.
Dal momento in cui l'Eppo è stato varato in modo definitivo (sono serviti circa 3 anni), la Procura europea ha avuto inizio ed ha iniziato a coordinare le indagini nazionali sulle frodi a danno della comunità europea. Ha una competenza giurisdizionale escluvisa ed ha l'obbligo di perseguire penalmente ogni abuso dei fondi messi a disposizione dell'Unione europea.
E', in definitiva, un organo totalmente indipendente che è composto da magistrati e che è specializzato, appunto, nella lotta contro la criminalità finanziaria all'interno dei confini dell'Ue.
La Procura europea è dotata di poteri che le consentono di indagare e di perseguire molti reati seppur specifici che, ogni volta, hanno come oggetto danni contro il bilancio dell'Unione europea; corruzione, frodi relativi ai fondi Ue, frodi sull'IVA a livello transfrontaliero - ovvero oltre i confini nazionali - sono solamente alcuni dei reati che l'Ufficio è in grado di perseguire e sui quali può indagare per consentire il regolare utilizzo del denaro pubblico europeo.
In tutto sono 20 gli Stati che hanno raggiunto un accordo di massima o generale sull'istituzione della Procura europea: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Spagna e Slovenia. L'accordo fra gli Stati è stato raggiunto l'8 ottobre del 2017. Gli altri Stati membri che non hanno aderito possono farlo in qualsiasi momento dandone comunicazione al parlamento europeo stesso anche se il suo regolamento è già stato adottato da molto.
Gli interessi finanziari dell'Unione europea, oggi giorno, non sono purtroppo abbastanza tutelati e, quindi, le frodi transfrontaliere in materia di IVA - e non solo - costituiscono oggi un'importante voce all'interno del bilanciodella comunità. Nello specifico, ogni anno l'Ue perde circa 50 miliari di gettito IVA in frodi transfrontaliere. Oltre a ciò, solo nel 2015, gli Stati membri hanno segnalato alla Commissione Ue irregolarità fraudolente per circa 638 milioni di euro.
La criminalità organizzata, inoltre, riesce a guadagnare altri miliardi di euro anche eludendo le norme nazionali ed evitando, dunque, azioni penali nei loro confronti.
Da qui, dunque, il compito di recuperare più gettito di ciò che è stato fatto fino ad oggi oltre a contrastare maggiormente la criminalità organizzata per fare in modo che le frodi finanziarie transfrontaliere diminuiscano di numero e diminuisca, di conseguenza, la voce di bilancio della Comunità europea che conteggia l'evasione IVA all'interno dell'Ue.
Come funziona esattamente l'Eppo? Questo organo ha una struttura collegiale a due livelli:
Ogni Stato membro che ha aderito, deve avere al suo interno almeno un procuratore delegato che può continuare, nel frattempo, ad esercitare anche le funzioni di pubblico ministero nazionale.
La creazione della Procura europea permette che le indagini vengano svolte in modo più veloce ed efficiente e soprattutto con un maggiore collaborazione fra gli Stati grazie alla rete di procuratori europei delegati presenti in ciascuno degli Stati membri aderenti all'Eppo.
Tutto ciò permette di coordinare meglio le indagini, di confiscare i beni di chi commette la frode fino ad arrivare all'arresto dei sospettati nell'ambito non più soltanto di una visione nazionale della frode ma a livello europeo. I singoli casi di frode scovati nei singoli Stati, dunque, verranno trattati in maniera semplificata grazie ai poteri concessi agli investigatori della Procura europea: questo permette di superare le lungaggini burocratiche legate alla comunicazione - spesso poco efficace - fra diversi Stati europei.
Fatta la doverosa distinzione fra i due tipi di procuratori a livello centrale e decentrato, vediamo nello specifico quali compiti hanno durante il loro mandato.
Il procuratore centrale ha il dovere di monitorare, controllare e dirigere tutte le indagini così come le azioni giudiziarie che vengono intraprese dai vari procuratori europei delegati presenti nei vari Stati membro dell'Ue. In questo modo viene sempre garantito un modus operandi delle indagini che sia comune fra tutti i partecipanti all'Eppo.
Ha il potere, fra le altre cose, di esercitare il suo potere e la sua autorità direttamente nel caso in cui lo ritenga opportuno per l'indagine o per l'azione penale oggetto della frode su cui si indaga o interviene.
Il procuratore centrale viene eletto dal Consiglio a semplice maggioranza e deve avere l'approvazione del Parlamento europeo. E' scelto fra una rosa di candidati selezionata dalla Commissione ed il suo incarico ha una durata complessiva di otto anni.
I procuratori delegati, invece, vengono nominati direttamente dal procuratore centrale sulla base di un elenco di tre candidati - almeno - per ogni Stato membro aderente. Questo elenco viene fornito da ogni Stato al procuratore centrale che procederà con la nomina. Il procuratore europeo delegato così nnominato ha una carica di cinque anni rinnovabile.
Un altro potere del procuratore centrale è quello di revocare i procuratori delegati se questi non dovessero più rispondere ai requisiti fondamentali o ai criteri che sono necessari per le funzioni che devono svolgere oppure in caso di una grave colpa commessa, appunto, da un procuratore delegato.
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