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Trattamento Sanitario Obbligatorio: significato e procedure

Il Trattamento Sanitario Obbligatorio, TSO, è previsto nei casi in cui un malato si rifiuti di sottoporsi a cure mediche, con conseguenze pericolose per se stesso, ma anche per la collettività.

Sebbene nel nostro Paese sia tutelata la libertà degli individui, anche per quanto riguarda le cure mediche, in alcuni casi previsti dalla legge, è necessario intervenire anche con la forza, se necessario.

In particolare ciò avviene se il malato rappresenta una minaccia per la propria incolumità e per quella degli altri. La normativa non fa riferimento a specifiche patologie, anche se solitamente si tratta di disturbi psicologici, abuso di sostanze stupefacenti, o stato di ubriachezza.

Il provvedimento deve essere disposto dal sindaco sulla base di una diagnosi fatta da un medico. In seguito è necessario inviare un’ordinanza al Giudice Tutelare per ottenere la convalida. 

Ma, procediamo con ordine, cercando di capire esattamente di cosa si tratta e in quali casi viene attivato il relativo procedimento.

Cos’è il Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO)?

Il Trattamento Sanitario Obbligatorio, TSO, rappresenta una deroga alla libertà dell’individuo, espressamente tutelata dall’art. 32 della Costituzione Italiana, che afferma:

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Tuttavia, la legge prevede anche se in alcuni casi il malato debba obbligatoriamente sottoporsi a cure mediche.
Tutto ciò sembra essere in netto contrasto, in realtà l’obiettivo è quello di tutelare il benessere della persona, ma anche la sicurezza di chi gli sta vicino e della collettività.

Un soggetto tossicodipendente, ad esempio, può intraprendere condotte pericolose anche per altri, e lo Stato non può permettere che accada, dato che ha il compito di proteggere i cittadini.

Una persona malata, quindi, in determinate situazioni, deve sottostare alle cure, anche contro la sua volontà. Il ricovero forzato è previsto a causa della pericolosità del soggetto, perciò la libertà individuale viene in un certo senso sacrificata per il bene comune, ma di fatto anche per il benessere dell’interessato.

Sembra banale dirlo, ma un provvedimento di questo tipo scatta soltanto quando un soggetto rifiuta di essere curato, in caso contrario non sarà necessario agire.

Non è possibile determinare a priori per quali patologie sia previsto il TSO, anche se nella maggior parte dei casi si tratta di disturbi psichici o psicologici, eccesso di sostanze stupefacenti e ubriachezza. In ogni caso il sistema giuridico non valuta la malattia in sé, ma le conseguenze che può causare.

La procedura per il Trattamento Sanitario Obbligatorio

Nel momento in cui un soggetto rifiuta le cure, e tale scelta risulta essere pericolosa per se stesso e per gli altri, come si agisce?

Innanzitutto ci devono essere dei certificati medici in grado di comprovare lo stato di salute dell’individuo, non necessariamente redatti da psichiatri, ma è sufficiente una diagnosi certificata del medico di famiglia, confermata successivamente dall’Asl.

La decisione, poi, deve essere presa dal Sindaco, attraverso un’ordinanza che deve essere motivata sulla base dei seguenti aspetti:

  • il soggetto in questione necessita di urgenti interventi medici
  • le cure vengono rifiutate
  • non è possibile adottare misure diverse

In tal senso il fatto che i certificati volti ad accertare lo stato di salute non debbano provenire da specialisti, rappresenta un’anomalia. Infatti, per valutare la salute psicologica e psichica di una persona sono necessari esami specifici, e non una semplice diagnosi del medico di base, seppur confermata dall’Asl.

Ad ogni modo il Sindaco ha 48 ore di tempo per emettere l’ordinanza, e se il malato rifiuta il ricovero è possibile agire anche con la forza. In genere i vigili del fuoco e i sanitari accompagnano la persona presso il reparto adeguato per effettuare le cure.

Come abbiamo già sottolineato si tratta di una deroga alla libertà personale di un individuo, necessaria per tutelare la sua salute e la sicurezza dei cittadini. 

Nell’art. 13 della Costituzione, infatti, possiamo leggere:

In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l'autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all'autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto.
È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà

Una volta disposto il Trattamento Sanitario Obbligatorio, il Sindaco deve inviare l’ordinanza al Giudice Tutelare entro 48 ore dal ricovero, per ottenere la convalida, entro ulteriori 48 ore.Il provvedimento può anche essere annullato.

Se viene convalidato, il TSO, dura 7 giorni, anche se è possibile prorogarlo su richiesta di uno psichiatra o medico specialista. In tal caso è necessaria una nuova ordinanza del Sindaco, che deve essere nuovamente trasmessa al Giudice per essere autorizzata. In altre parole si deve ripetere l’iter procedurale.

Lo scopo del trattamento, comunque, è sempre quello di risolvere una soluzione di emergenza, cercando di migliorare le condizioni di salute del paziente.

Quali sono i diritti del paziente sottoposto a TSO?

Abbiamo detto più volte che un TSO rappresenta una deroga alla libertà di un individuo, protetta costituzionalmente. Vediamo ora di fare chiarezza in merito ai diritti del paziente che viene ricoverato forzatamente.

Il primo aspetto da evidenziare è il fatto che il malato può fare ricorso al Sindaco, quindi contro l’ordinanza. In realtà chiunque può opporsi al provvedimento e il primo cittadino è tenuto a rispondere entro 10 giorni.

Se gli interessati non ottengono i risultati sperati possono presentare la domanda di revoca al Tribunale, chiedendo anche che venga sospeso immediatamente il TSO. 

Inoltre, il fatto che un soggetto venga ricoverato forzatamente non fa decadere il suo diritto ad essere informato in merito alle terapie, per scegliere eventualmente a quali sottoporsi. 

Il Trattamento Sanitario Obbligatorio impone delle cure, ma non implica mai la violenza fisica. La coercizione, se necessaria, viene adottata soltanto per imporre le terapie, e comunque soltanto per il periodo previsto dalla legge.

La dignità della persona deve, infatti, essere sempre tutelata. Il paziente può ricevere visite e comunicare con il mondo esterno, con chi desidera. Alla scadenza del periodo utile, il soggetto può liberamente scegliere se continuare le cure o se andare via.

Trattamento Sanitario Obbligatorio per minorenni

Cosa accade se il TSO riguarda un minorenne?

E’ bene chiarire subito che le procedure che abbiamo descritto nei paragrafi precedenti sono valide per tutti i pazienti, anche se si tratta di minorenni.

Quindi la possibilità di sottoporre un minore a un TSO, se ci sono le condizioni stabilite dalla legge, è indipendente dalla volontà dei genitori.

In ogni caso si tratta di una extrema ratio, ovvero di un provvedimento adottato soltanto quando non è possibile agire diversamente. Il Tribunale, infatti, tende a preferire procedure alternative, se possono essere altrettanto efficaci.

TRATTAMENTI SANITARI OBBLIGATORI TSO LIBERTÀ
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