La sospensione della patente di guida avviene in seguito ad una violazione al Codice della Strada, ovvero quando un automobilista mette in pericolo la propria incolumità e quella degli altri. Vediamo come funziona.
Secondo la legge italiana la patente può essere sospesa per un determinato periodo di tempo, che può variare tra alcuni mesi fino a 2 anni, in seguito a gravi infrazioni commesse dal titolare della stessa.
In alcuni casi, comunque, può essere emessa un’istanza di permesso di guida per potersi recare al lavoro, se sussistono determinati requisiti.
Ad ogni modo, non è sempre chiara la differenza tra ritiro della patente e sospensione, o meglio non tutti conoscono in quali casi avvengono le due sanzioni accessorie.
Vediamo, quindi, di fare un po’ di chiarezza nelle prossime righe, cercando di fornire all’automobilista delle indicazioni utili per evitare di ricevere tale sanzione o per difendersi nel caso in cui quest’ultima fosse illegittima o scorretta.
La sospensione della patente di guida è una sanzione accessoria che viene applicata nei casi in cui a seguito di una violazione del Codice della Strada considerata grave, è previsto il divieto di guidare per l’automobilista.
In genere accade che, un agente fermi il responsabile subito dopo la violazione, scrivendo tutti i dettagli della multa e delle pena accessoria. L’agente è incaricato a ritirare la patente e a consegnare un permesso provvisorio per potere condurre l’auto nel luogo di custodia stabilito.
Entro i successivi 15 giorni, che decorrono dal momento del ritiro, il prefetto deve emettere l’ordinanza di sospensione della patente di guida.
Ma quali sono le infrazioni che possono causare tale provvedimento?
Vediamole di seguito:
La durata della sanzione viene decisa dal Prefetto, considerando i seguenti elementi:
Va sottolineato, comunque, che devono essere rispettati i tempi di notifica, quindi se il soggetto non riceve la comunicazione o la riceve in ritardo può contestare il tutto.
La notifica tardiva, ovvero dopo 20 giorni dall’infrazione, in automatico non rende più valida la sospensione della patente di guida.
Se, invece, la notifica arriva entro le tempistiche corrette ovvero entro 20 giorni:
il provvedimento è valido a tutti gli effetti.
In realtà ci potrebbero essere altri vizi formali o sostanziali, infatti l’automobilista può decidere di opporsi, come vedremo a breve.
Non tutti sanno che c’è una sostanziale differenza tra sospensione e ritiro della patente.
In particolare il ritiro viene deciso dagli agenti di polizia quando lo ritengono opportuno, considerando violazioni meno gravi di quelle che abbiamo elencato sopra. Ad esempio un automobilista potrebbe avere sistemato il carico in modo errato o potrebbe circolare con un permesso scaduto. In queste situazioni, una volta adempiuto all’obbligo violato il soggetto può avere nuovamente il documento.
La patente può essere sospesa, invece, se vengono commesse violazioni ben più gravi.
Inoltre, non rispettare tale provvedimento, quindi guidare lo stesso, può essere molto rischioso, dato che ci può essere una pesantissima sanzione amministrativa, ovvero la revoca della patente.
Dopo avere analizzato la questione dei paragrafi precedenti è utile sottolineare ora che, in alcune circostanze, è possibile chiedere al Prefetto un permesso per potere guidare soltanto nel tragitto casa lavoro.
Ovviamente il soggetto non può rischiare il proprio posto di lavoro a causa della sanzione amministrativa, quindi se sono presenti determinati requisiti, ha il diritto di potere usare l’automobile per un massimo di tre ore al giorno, e solo per raggiungere il posto di lavoro.
In particolare prima di concedere tale opportunità viene considerato:
Ad ogni modo per ottenere il permesso, è necessario inviare la richiesta al Prefetto entro 5 giorni dall’infrazione. Come abbiamo visto verrà valutata la reale necessità di usare il veicolo, e la gravità del fatto commesso.
Se l’istanza viene accolta, nella notifica di sospensione della patente di guida, che arriva entro 15 giorni, saranno indicate le fasce orarie durante le quali è possibile guidare.
Se l’automobilista ritiene che il provvedimento sia illegittimo, può difendersi presentando un ricorso al Giudice di Pace, tramite un’istanza di annullamento.
Ciò può essere fatto in presenza dei seguenti motivi:
Se il provvedimento è una pena accessoria prevista in seguito a:
Va considerato, comunque, che se la sospensione della patente di guida riguarda un paio di mesi, non ha senso intraprendere delle azioni legali, dato che i tempi della giustizia sono piuttosto lunghi, e si dovrebbe attendere ad ogni modo lo stesso periodo di tempo.
Trascorso il lasso di tempo previsto, l’automobilista può recarsi pressa la caserma dei carabinieri o della polizia locale per ottenere nuovamente la patente.
Il ritiro può essere effettuato anche da un altro soggetto, se munito di delega e della fotocopia fronte retro di un documento di identità dell’interessato.
Il provvedimento non deriva sempre da una violazione del Codice della Strada, ma può rappresentare una pena accessoria inerente ad un processo penale. In molti casi avviene anche in caso di patteggiamento.
Ad ogni modo esso diventa realmente efficace soltanto quando la sentenza diventa esecutiva, ovvero al termine dei 3 gradi di giudizio.
Come abbiamo visto, infatti, l’interessato può opporsi alla decisione del giudice facendo ricorso in Appello e in Cassazione.
Per capire se ci sono gli estremi per agire e contestare il provvedimento ricevuto, è utile affidarsi ad un avvocato amministrativista esperto, per evitare di commettere degli errori e non sfruttare a pieno la possibilità di difendersi.
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