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Disturbo alla quiete pubblica: quando è un reato?

Il disturbo alla quiete pubblica è un reato punibile penalmente in quanto genera fastidio e lede il diritto al riposo e alla tranquillità di svariate persone. E’ necessario rispettare il silenzio gli orari stabiliti dai regolamenti condominiali e comunali. I locali devono avere l’autorizzazione per diffondere musica dal vivo.

L’inquinamento acustico a volte può essere davvero fastidioso, fino ad arrivare a provocare danni anche seri alla salute psico-fisica delle persone.

Affidarsi ad un avvocato penalista in questi casi è fondamentale se non necessario, al fine tutelarsi ed evitare danni alla salute: noi di avvocato360 ci occupiamo di questo, fornendo un elenco completo di avvocati penalisti presenti sul nostro portale.

Proviamo, infatti, a immaginare di vivere con un rumore costante che si protrae fino a tarda notte, ad esempio a causa di un locale notturno con musica dal vivo, a lungo andare potremo avere delle ripercussioni negative sul nostro riposo.

Oltre al rumore della musica in sé, ci potrebbero essere anche schiamazzi notturno dei clienti del locale, che sostano nelle aree circostanti, quindi magari nel marciapiede o nei parcheggi per chiacchierare o fumare.

La legge italiana non permette di creare rumori sopra alla soglia di tollerabilità, soprattutto in certi orari, che dovrebbero essere adibiti al riposo.
Per questo motivo il disturbo alla quiete pubblica viene punito penalmente se reca danno a un numero considerevole di persone. Se la questione, invece, riguarda un singolo individuo, la situazione è regolata dal codice civile.

Una casistica particolare è rappresentata dai locali che diffondono musica live fino a tarda notte e incentivano la presenza di molte persone che potrebbero causare schiamazzi fastidiosi.

Vediamo allora di analizzare la tematica cercando di capire cosa è permesso dalla legge italiana e cosa invece è vietato.

Il reato di disturbo alla quiete pubblica

La legge italiana non ammette rumori in grado di provocare danni alla salute psico-fisica di un individuo.
Il diritto alla salute, infatti, è protetto dall’art. 32 della Costituzione, che afferma:

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Le immissioni di inquinamento acustico oltre la soglia di tollerabilità, quindi, non sono ammesse in quanto ledono uno dei diritti fondamentali della persona.

Per valutare se effettivamente il rumore è eccessivo è necessario fare intervenire l’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale, ARPA, per effettuare i rilievi tecnici necessari per misurare i decibel.

Il reato di disturbo del riposo delle persone è previsto dall’art. 659 del codice penale:

Chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a trecentonove euro.
Si applica l'ammenda da centotre euro a cinquecentosedici euro a chi esercita una professione o un mestiere rumoroso contro le disposizioni della legge o le prescrizioni dell'Autorità

Perché il rumore eccessivo venga considerato come reato penale si devono verificare le seguenti condizioni:

  • i rumori e gli schiamazzi sono devono recare un semplice fastidio, ma devono superare la soglia di tollerabilità, considerata nei limiti di 3,5 decibel
  • il frastuono si deve propagare in modo tale da raggiungere molteplici persone, causando un disagio diffuso in un determinata area.

Se la vittima di rumore molesto è principalmente una singola persona, ad esempio a causa di vicini rumorosi, è comunque possibile un’azione civile per avere un risarcimento danno e per porre fine al turbamento.

Le sanzioni penali

Abbiamo detto che il disturbo alla quiete pubblica è un reato perseguibile penalmente, in quanto lede un diritto fondamentale della persona cioè quello alla salute, protetto anche costituzionalmente dall’art 32.

Il reato di configura quando un rumore supera la cosiddetta soglia di tollerabilità, che impone come limite 3,5 decibel. Ma ciò non basta, perchè si verifichi quanto contenuto nell’art. 659 del codice penale è necessario che il rumore raggiunga più persone, in caso contrario il fatto rientra tra quelli contemplati nel codice civile, in particolare dall’art. 844.

La sanzione penale per i colpevoli corrisponde a una ammenda fino a 309, o la reclusione fino a 3 mesi, quando vengono violate le leggi in materia.

In ogni caso vengono puniti due tipi di comportamenti:

  • commissivi, cioè volti a produrre rumori sopra la soglia di tollerabilità
  • omissivi, cioè riferiti a coloro che non fanno nulla per impedire situazioni moleste, come ad esempio un cane che abbaia.

Inoltre, per illeciti di questo tipo non è necessaria la querela di parte, in quanto si tratta di reati per i quali è prevista la procedibilità d’ufficio.

In caso di situazioni insopportabili, però, è sempre consigliabile sporgere denuncia, per aiutare le forze dell’ordine a garantire la tranquillità e il riposo degli abitanti locali.

Durante la procedura d’ufficio, la persona offesa può costituirsi parte civile del processo penale per chiedere il risarcimento dei danni subiti.

Le sanzioni civili

Il codice civile tratta l’argomento nell’art. 844, come possiamo leggere di seguito:

Il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi.

I rumori molesti vengono definiti come “immissioni”, in grado di recare fastidio a una persona o comunque a un numero esiguo di soggetti.

Si tratta ad esempio del caso in cui un vicino particolarmente rumoroso impedisca il corretto riposo a chi gli vive a fianco.

Anche in situazioni di questo tipo vale sempre la stessa regola inerente al superamento della soglia di tollerabilità, indicata a 3,5 decibel.

Gli orari da rispettare

Esistono delle fasce orarie durante le quali non è consentito fare eccessivo rumore. Si tratta di orari adibiti al riposo e al silenzio, e devono essere rispettati da tutti, quindi persone private ma anche bar, aziende, attività commerciali, pub e locali.

Quindi il chiasso, gli schiamazzi, i rumori assordanti, la clientela che chiacchiera fuori da un locale, musica ad alto volume possono essere considerati atti illeciti e punibili penalmente.

In genere è possibile fare rumore, nei seguenti momenti della giornata:

  • dalle 8 fino alle 13
  • dalle 16 fino alle 21

Locali con musica dal vivo

Per quanto riguarda i locali con musica dal vivo fino a tarda notte, il primo aspetto da valutare è la presenza o meno del permesso dato dal Comune. In mancanza di tale concessione il proprietario rischia il sequestro e la chiusura del locale.

Esistono, inoltre, alcune polemiche di tipo giuridico in merito alla competenza e alla responsabilità di schiamazzi effettuati nella zona adiacente ai pub, pizzerie, o locali notturni.

Alcune teorie suppongono che la responsabilità sia dei titolari solamente per quanto riguarda l’area di loro proprietà, per le altre zone deve intervenire il comune.

DIRITTO PENALE DENUNCIA PER DISTURBO ALLA QUIETE PUBBLICA DISTURBO ALLA QUIETE PUBBLICA
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