Il reato di truffa si configura quando la vittima subisce dei danni dopo essere stata ingannata dal colpevole. Non è sufficiente sfruttare l’ingnoranza di un soggetto, ma devono essere messi in atto artifizi e raggiri.
Al giorno d’oggi le truffe sono sempre più frequenti. La rapida diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione ha amplificato tale fenomeno in maniera esponenziale. Nel web, infatti, i rischi sono maggiori, dato che non è possibile verificare la situazione di persona.
Ad esempio quando si acquista un prodotto online, spesso la descrizione e la foto potrebbero ingannare il consumatore, in quanto ingannevoli. Oppure potrebbero essere richiesti dei dati sensibili, come il conto corrente o la carta di credito, attraverso una email.
Ad ogni modo la vittima ha la possibilità di difendersi denunciando il fatto alle forze dell’ordine, per attivare un procedimento penale nei confronti del colpevole, e può costituirsi parte civile nel processo per ottenere un risarcimento dei danni.
Vediamo quindi di capire esattamente quali sono le caratteristiche di un reato di truffa, come si può riconoscere, le azioni da adottare per prevenirlo, e come difendersi.
L’art. 640 del codice penale, ci da la seguente definizione:
Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da cinquantuno euro a milletrentadue euro.
Si tratta di un delitto caratterizzato da dolo generico, ovvero dalla volontà di spingere qualcuno in errore, per potersi arricchire ingiustamente.
Come possiamo leggere nel codice penale, non è sufficiente sfruttare l’ignoranza altrui, per mettere in atto un reato di questo tipo, ma è necessario mettere in atti artifizi, ovvero una messa in scena preparata nei minimi dettagli per ottenere dei profitti a discapito della vittima.
In particolare:
Quindi, per esserci una truffa non basta una semplice bugia, ma deve verificarsi un vero e proprio intrigo ai danni della vittima. A differenza del furto, quindi, la vittima è in qualche modo partecipe, dato che consegna volontariamente dei beni al truffaldino, cadendo nell’inganno.
Il reato di truffa può verificarsi in diversi modi, ad esempio:
Si tratta di un reato perseguibile a querela di parte, quindi è necessario che la parte lesa sporga una denuncia presso le autorità, per potere agire nei confronti del responsabile, entro 3 mesi dai fatti.
In alcune situazioni, infatti, la giustizia non può attivarsi senza una espressa volontà dichiarata dalla parte lesa. Ciò avviene generalmente per i fatti meno gravi, con lo scopo di evitare un ingolfamento della macchina della giustizia, lasciando discrezionalità decisionale alla vittima.
L’art. 336 del codice di procedura penale, infatti, sottolinea che:
La querela è proposta mediante dichiarazione nella quale, personalmente o a mezzo di procuratore speciale, si manifesta la volontà che si proceda in ordine a un fatto previsto dalla legge come reato
Si procede d’ufficio, invece, quando i fatti sono particolarmente gravi e pericolosi non solo per la vittima ma anche per la collettività, quindi lo Stato decide di agire per proteggere i propri cittadini.
Ciò può avvenire nel caso di:
Va ricordato che, la punizione prevista per il responsabile corrisponde alla reclusione da 6 mesi a 3 anni o una multa da 51 a 1032 euro.
Nel secondo comma dell’art. 640 del codice penale, possiamo leggere che:
La pena è della reclusione da uno a cinque anni e della multa da trecentonove euro a millecinquecentoquarantanove euro:
1) se il fatto è commesso a danno dello Stato o di un altro ente pubblico o col pretesto di far esonerare taluno dal servizio militare;
2) se il fatto è commesso ingenerando nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario o l'erroneo convincimento di dovere eseguire un ordine dell'Autorità
2-bis) se il fatto è commesso in presenza della circostanza di cui all’articolo 61, numero 5).
Il delitto è punibile a querela della persona offesa, salvo che ricorra taluna delle circostanze previste dal capoverso precedente o la circostanza aggravante prevista dall'articolo 61, primo comma, numero 7.
La pena prevista, quindi, è superiore, se ci sono delle aggravanti, cioè se effettuato ai danni dello Stato, o instaurando nella vittima una sensazione di pericolo.
Si configura tale ipotesi anche quando si prendono di mira persone deboli come gli anziani, che non dispongono della lucidità necessaria per capire la situazione.
Purtroppo nella maggior parte dei casi sono proprio questi ultimi le vittime preferite di truffatori, disposti a consegnare denaro per lo sconforto o la preoccupazione innescate dal responsabile.
Come abbiamo accennato nel paragrafo precedente, in presenza di aggravanti, è possibile procedere d’ufficio, cioè senza la necessità di una querela da parte della persona offesa.
A seguito della notizia del reato, quindi, verrà avviato in automatico un procedimento penale per verificare i fatti secondo quanto previsto dal diritto penale.
Un soggetto può essere truffato in tanti modi diversi. I truffatori dispongono di molta fantasia in merito, quindi non è possibile elencare tutte le casistiche in modo esaustivo.
Possiamo però descrivere le più diffuse, ovvero quella contrattuale o effettuata tramite il web.
In questo caso il raggiro viene effettuato all’interno di un rapporto negoziale, che può essere di vario tipo, quindi una compravendita, una locazione ecc. In pratica viene stipulato un contratto che in seguito può generare un danno patrimoniale alla parte offesa.
E’ possibile prevenire questo tipo di situazione affidandosi sempre a contraenti affidabili, meglio se professionisti del settore.
In genere, se si tratta di affari importanti, è consigliabile farsi assistere da un avvocato civilista, per evitare brutte sorprese.
Ad ogni modo, per potere ottenere un risarcimento dei danni è necessario fare valere il proprio diritto entro 5 anni dall’inganno, pena la prescrizione. In sede civile dovranno essere portare delle prove per dimostrare i fatti.
La denuncia penale, invece, deve essere fatta entro 3 mesi.
La vittima può anche costituirsi parte civile all’interno del procedimento penale, per ottenere il risarcimento.
Si tratta della tipologia più diffusa in assoluto. Nella maggior parte di casi viene effettuata attraverso una compravendita che finisce male, ovvero quando un soggetto acquista un prodotto non conforme alle aspettative. In questo caso va ricordato che esiste il diritto di recesso, cioè la possibilità di restituire la merce entro 14 giorni, e ottenere il rimborso di quanto speso.
In altri casi vengono chiesti dei dati sensibili, quali il numero di conto corrente o della carta di credito, attraverso email che apparentemente sembrano inviate da istituti di credito, ma sono invece realizzate ad arte per estorcere informazioni e dunque denaro. Tale azione viene definita phishing.
E’ quindi opportuno non comunicare dati importanti tramite email, dato che le banche non utilizzano modalità comunicative di questo tipo
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