Il codice di procedura penale regola le diverse fasi necessarie per lo svolgimento di un processo, cioè stabiliscono quali atti devono essere notificati e come deve avere luogo il procedimento davanti a un giudice.
Nel nostro Paese l’ordinamento giuridico si basa su specifiche norme scritte, ciò significa che i giudici possono soltanto interpretare le leggi e i vari codici, ma non sono legittimati a creare nuove regole. Le varie normative hanno una forma scritta anche perché tutti i cittadini sono tenuti a conoscere le norme che regolano i loro comportamenti, e quindi esse devono essere accessibili a tutti.
Detto ciò assumono un’importanza centrale i cosiddetti “codici”, cioè delle raccolte organiche di regole in grado di governare un determinato settore del diritto. In Italia esistono 4 diverse tipologie di codici: civile, penale, di procedura civile, di procedura penale.
Oltre ai 4 principali ambiti che abbiamo elencato, esistono anche altre raccolte organiche di leggi, ad esempio il codice della strada, degli appalti pubblici, etc.
Prima di analizzare quali norme sono incluse nel cosiddetto Codice di procedura penale, è bene capire le caratteristiche di questa branca del diritto. Si tratta del settore probabilmente più difficile e delicato, dato che vengono discussi casi che riguardano reati, anche gravi, come l’omicidio.
A differenza del diritto civile, quindi, tale settore non ha l’obiettivo di regolare i rapporti tra cittadini privati, ma di disciplinare la repressione e le sanzioni inerenti a particolari illeciti ritenuti molto gravi dallo Stato. In altre parole quest’ultimo interviene per salvaguardare la sicurezza pubblica, punendo i comportamenti considerati più pericolosi per la società.
Perciò la scelta degli illeciti che costituiscono un reato, viene fatta dal legislatore, considerando la gravità del comportamento stesso.
La differenza con il diritto amministrativo,invece, non è altrettanto netta e semplice da capire. Chi commette un illecito amministrativo, infatti, non sarà mai considerato un indagato e un imputato, e non ci saranno conseguenze dal punto di vista del casellario giudiziale. Quindi, viene considerato più grave l’illecito penale.
Ad ogni modo i reati si possono suddividere in:
La distinzione sopra citata comporta rilevanti conseguenze anche dal punto di vista processuale, come definito dal Codice di procedura penale.
In alcuni casi i reati sono perseguibili a “querela di parte”, cioè un cittadino può chiedere allo Stato di attivarsi per punire un determinato comportamento di cui è stato vittima.
La materia è particolarmente delicata, in quanto vengono trattati anche casi di omicidio o violenze grave, che comportano la limitazione della libertà personale del colpevole. Per questo motivo è fondamentale il ruolo dell’avvocato penalista, che deve avere un’ampia conoscenza del settore, ma anche la sensibilità di capire le conseguenze dal punto di vista psicologico.
Quando si parla di reati, si fa riferimento alle norme contenute nel:
In particolare nel primo sono raccolte una serie di normative in grado di prevedere quando e come viene commesso un illecito. Si tratta di comportamenti considerati particolarmente pericolosi, per i quali sono prevista sanzioni abbastanza invasive, come la limitazione della libertà personale. In alcuni casi la punizione è una pena pecuniaria, se il fatto viene considerato lieve.
Ad ogni modo si tratta di punire in modo più severo chi commette dei fatti che non possono prevedere solamente un risarcimento danni, come avviene nel diritto civile. Ad esempio chi uccide una persona, non può semplicemente versare una somma di denaro ai parenti della vittima, senza ulteriori conseguenze. In questo modo, tra l’altro, i soggetti più abbienti non subirebbero alcuna vera punizione
Lo scopo, quindi, è quello di disciplinare due diversi aspetti:
Nel codice di procedura penale, invece, non vengono elencati i singoli illeciti e le relative conseguenze, ma l’iter procedurale previsto per potere arrivare a una sentenza finale. In altre parole, vengono descritte le diverse fasi necessarie per avviare e svolgere le attività processuali.
Volendo sintetizzare quindi la differenza tra le due tipologie di codice possiamo dire che nel primo caso si tratta di disciplinare le regole del diritto sostanziale, mentre nel secondo si da rilievo alle singole azioni che devono essere svolte per punire effettivamente i colpevoli, attraverso la sentenza di un giudice in tribunale.
Fino ad ora abbiamo detto che il codice di procedura penale contiene una serie di norme in grado di disciplinare lo svolgimento del processo, o meglio di tutto il procedimento necessario per arrivare all’emanazione di una sentenza da parte del giudice.
Possiamo ora completare l’argomento elencando le varie fasi e azioni necessarie, previste dalla suddette norme. In particolare esse sono:
Come previsto dal codice di procedura penale, il reato dopo essere stato denunciato da un soggetto o per una decisione d’ufficio, deve essere iscritto in un registro apposito. Lo scopo è quello di annotare tutti i dati importanti ad esempio il nome del presunto responsabile dell’illecito e le dinamiche dei fatti.
I registri possono essere di 4 tipi, in base all’illecito commesso a carico di persone ignote, note, anonime o atti che non costituiscono notizia di reato.
Dopo avere avuto notizia del fatto accaduto, la Polizia Giudiziaria e il PM iniziano le indagini per verificare l’attendibilità di quanto denunciato. In pratica vengono cercate delle prove per capire se è effettivamente possibile iniziare il procedimento e attuare quanto previsto dal codice di procedura penale.
Dopo le indagini, vengono prese delle decisioni in base ai risultati ottenuti. Ci può essere:
La prima fase del processo, come previsto dal codice di procedura penale, è l’udienza preliminare, cioè un primo incontro tra l’imputato, l’avvocato penalista e il PM, nel quale l’interessato può scegliere se procedere con un rito abbreviato, se ricorrere al patteggiamento o con un rito ordinario.
Si tratta della fase probabilmente più conosciuta anche dai non addetti ai lavori, e consiste nella discussione o contraddittorio, durante il quale vengono sentiti i testimoni, analizzate le prove e interrogate le parti.
L’ultima fase consiste nella sentenza, che viene emanata dal giudice condannando o assolvendo l’imputato. La decisione, ad ogni modo, non è del tutto definitiva, in quanto può essere contestata in secondo grado di giudizio, cioè in Corte d’Appello.
Dopo avere delineato un quadro abbastanza completo sul funzionamento della particolare branca del diritto regolamentata dal codice di procedura penale, è utile sottolineare il ruolo fondamentale svolto dall’avvocato penalista.
Si tratta infatti di un professionista che deve fare i conti quotidianamente con vicende particolarmente complesse e delicate, soprattutto in merito ai reati più gravi come l’omicidio.
E’ evidente che, per potere affrontare procedimenti di questo tipo è indispensabile una adeguata preparazione ma anche l’esperienza sul campo. Entrare in contatto con presunti colpevoli o con i parenti delle vittime non è per nulla facile, per questo motivo un legale deve essere anche un po’ psicologo, per poter comunicare nel modo corretto con i soggetti coinvolti.
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